Il ridisegno della città: le trasformazioni della struttura urbana dopo l’Unità d’Italia 2

a cura di Eleonora Vicario

Napoli, come tutto il Sud, non ha avuto solo "furti" dall'unificazione d'Italia, come si afferma polemicamente e questo lavoro di Daniela De Crescenzo ce lo dimostra. Ecco un secondo capitolo a riguardo:

"La sistemazione della contrada Fosse del grano e il disegno del nuovo litorale di Chiaia.
Ancora di origine borbonica è la sistemazione della contrada denominata Fosse del grano, la zona cioè a monte dell’attuale piazza Dante, che prendeva tale nome dall’edificio destinato a deposito di granaglie innalzato nel Cinquecento presso Port’Alba, e interessava un’area compresa tra le vie Museo, Costantinopoli, Port’Alba e la Strada propriamente detta Fosse del grano o Salita degli Studi.

Napoli_-_Toledo_aka_Via_Romajpg

Napoli, via Toledo

Tale intervento può considerarsi il primo realizzato dopo l’unità italiana. Sin dal 1850 si pensò d’incidere questa isola per il prolungamento in Rettifilo di via Toledo, ma solo verso il ‘70, dopo travagliate vicende, venne rettificata la Salita degli Studi e suddivisa in nove isolati l’area suddetta nella quale venivano conservate le fabbriche religiose preesistenti, edificata l’Accademia di Belle Arti al posto dell’abolito monastero di S. Giovanniello e costruita tra il 1876 e l’83 la Galleria Principe di Napoli, progettata con gli edifici adiacenti dall’architetto Breglia e dall’ingegnere De Novellis. E se la soluzione urbanistica adottata non fu la più felice rispetto ai numerosi progetti riguardanti questa zona, che richiamò i migliori architetti del tempo, la presenza della suddetta Galleria, primo edificio napoletano con copertura in ferro e vetro, e quella dell’Accademia, progettata da Errico Alvino, ne riscattano pienamente il carattere e valore architettonico.

Accademia-di-Belle-Arti-Napolijpg

Napoli, Accademia di Belle Arti

gallejpg
Galleria Principe di Napoli

Contemporaneamente alla sistemazione della zona suddetta fu quella del litorale di Chiaia dal Chiatamone a Mergellina, avvenuta tra la fine del ‘60 ed il 1883. Dell’originario progetto relativo ad una sola strada che partendo da S. Ferdinando raggiungeva Mergellina fu deciso di realizzare solo il tratto citato che peraltro offriva maggiori vantaggi all’iniziativa privata. I lavori furono dati in concessione ad una società belga rappresentata dai fratelli baroni Du Mesnil, la quale s’impegnava in cinque anni a completare i lavori consistenti nella costruzione di un muro di riva che consentisse di ampliare la fascia litoranea verso il mare, nell’apertura di una larga strada, la via Caracciolo, nella sistemazione delle fogne, nell’ampliamento della villa comunale, nonché nella realizzazione di edifici nel tratto terminale della strada dal lato di Mergellina e nelle trasversali alla Riviera di Chiaia."

via Caracciolo 1880jpg

via Caracciolo 1880


dottoranda DANIELA DE CRESCENZO tutor prof. arch. ANTONELLA DI LUGGO

IL DISEGNO DI PROGETTO A NAPOLI DAL 1860 AL 1920 - GLI AUTORI, LE OPERE E LE TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE pg 39-40

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II