Il ridisegno della città: le trasformazioni della struttura urbana dopo l’Unità d’Italia 4

a cura di Eleonora Vicario

Napoli, come tutto il Sud, non ha avuto solo "furti" dall'unificazione d'Italia, come si afferma polemicamente, e questo lavoro di Daniela De Crescenzo ce lo dimostra.

Un quarto capitolo a riguardo:

2.3.1. Permanenze e mutazioni nella nuova città: la bonifica del quartiere S. Brigida 

Collegate più o meno direttamente all’opera di Risanamento sono alcune importanti opere pubbliche realizzate negli ultimi anni del secolo. Tra queste la bonifica del quartiere S. Brigida, con la costruzione della galleria Umberto I, l’edificio della Borsa e la sede centrale dell’Università. Il proposito di risanare il rione S. Brigida, tra i più malsani fra quelli centrali, risale al 1870, quando fu riordinata la vicina piazza Municipio. 

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Esso era formato da un nucleo edilizio assai denso e fatiscente, tagliato da lunghe e strette strade che da Toledo conducevano verso il porto; e in questa massa compatta erano inserite le chiese S. Ferdinando e S. Brigida. Allo stesso periodo risale anche l’intenzione di realizzare una galleria sul modello di quelle costruite in altre città nelle zone più centrali e commerciali. Nei primi progetti di Risanamento fu prevista la bonifica di S. Brigida, ma fu necessario rinunciarvi per intervenire nei rioni più colpiti dal colera. Intanto, dato il valore della zona, ad un primo progetto di sistemazione presentato al Comune nel 1882 dall’ing. Cottrau, facevano seguito altri quattro di Ferrara-Sacerdoti, Savino, Pisanti-Cassitto e Rocco. Nell’85 fu nominata una Commissione per l’esame di tali progetti che, scartata la soluzione di Cottrau, optò per il progetto di Emmanuele Rocco. Tale progetto, fedelmente attuato e in un tempo relativamente breve – le opere furono completate nel 1892 – prevedeva, sull’area risultante dalla demolizione del vecchio agglomerato, l’edificazione di quattro isolati uniti da una galleria in ferro e vetro progettata dall’ing. Paolo Boubéè formata da due bracci che si incrociano in un grande ottagono coperto a cupola. Con la galleria, tipico esempio della migliore architettura ottocentesca per la sua notevole struttura metallica, si creava un passaggio coperto, destinato a negozi ed uffici, tra le vie Toledo, Verdi, S. Brigida e Vittorio Emanuele III e si sistemava lo spazio antistante il teatro S. Carlo. “A guardarla dall’alto, - scrive Russo - questa mole che si inserisce in una zona della città dominata dagli edifici monumentali della chiesa di S. Francesco di Paola, della Reggia, del Teatro S. Carlo e del Maschio Angioino, pur con le sue sovrabbondanze decorative, non ne altera le linee principali, che anzi asseconda, con la curva del prospetto verso S. Carlo, la quale sembra voler riecheggiare quella del colonnato di Piazza Plebiscito”7

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L’edificio della Borsa, emblematico del carattere direttivo-direzionale che voleva darsi alla parte più occidentale dei quartieri risanati, è un’altra opera degna di rilievo. Progettato dagli ingegneri Guerra e Ferrara e completato nel 1895, esso, distinguendosi dal gusto greve delle altre fabbriche del Risanamento per essere più francamente ispirato a all’ecclettismo dei molti edifici parigini e viennesi del tempo, rimane tra le migliori realizzazioni a Napoli sul finire del secolo. 

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L’edificio dell’Università, progettato dagli architetti Quaglia e Melisurgo e realizzato tra il 1898 e il 1908, nasceva dalla trasformazione ed ampliamento dell’università vecchia ed era il primo di una serie di edifici universitari che, partendo dal Rettifilo, avrebbe raggiunto, con lo sventramento di intere zone del centro antico, S.Agnello a Caponapoli. Ma, se uno dei pregi della Galleria Umberto e della Borsa era quello di rappresentare due tipici documenti della cultura e del gusto del tempo, altrettanto non può dirsi per l’edificio dell’Università centrale che era, viceversa, un autentico caso di anacronismo architettonico con i suoi accenni neoclassici.

7.  G. Russo, Napoli come città, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1966, p.416.


dottoranda DANIELA DE CRESCENZO tutor prof. arch. ANTONELLA DI LUGGO

IL DISEGNO DI PROGETTO A NAPOLI DAL 1860 AL 1920 - GLI AUTORI, LE OPERE E LE TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE pg 43-44

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II