Blu Savoia, Blu d'Italia

di Pietro Fontana

Il Blu, o Azzurro, d’Italia, il nostro colore nazionale, tanto importante da avere un codice internazionale apposito, HEX #4B61D1. Siamo abituati a vederlo sulle maglie della nostra nazionale di calcio, sulle bandiere di varie cariche statali, nonché degli ufficiali delle forze armate. Ma perché l’Azzurro è il colore nazionale italiano?


Ancora una volta, storia d’Italia e storia dei Savoia s’intrecciano per la nostra identità nazionale e per trovare le origini del nostro colore distintivo nazionale dobbiamo andare indietro con le lancette della Storia a ben prima della nascita del nostro Paese, avvenuta nel 1861 con la proclamazione di Vittorio Emanuele II quale Re d’Italia.

 

Il particolare colore, infatti, ha un padre ben preciso, il Conte Amedeo VI di Savoia, così come una ben precisa data di nascita: il 20 Giugno1366, oltre 650 anni fa.

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Siamo all’epoca di Papa Urbano ed in particolare ai tempi della Crociata indetta contro i turchi nel 1365. I turchi, infatti, durante la prima metà del secolo avevano iniziato l’invasione dell’Anatolia, spaventando l’Imperatore bizantino, il Basileus Giovanni V Paleologo, e provocando la reazione della Cristianità occidentale. In particolare, fu per noi l’Imperatore stesso a chiedere aiuto al Conte Amedeo VI, che era suo cugino di sangue per parte materna, in quanto figlio della principessa Violante Paleologa, nata da Teodoro I, primo Marchese paleologo del Monferrato e quartogenito dell’Imperatore Andronico II Paleologo, morto nel 1332.

 

Il Conte di Savoia non esitò a rispondere all’appello e volle che per questa particolare occasione venisse issata sull’Ammiraglia della flotta sabauda non solo lo storico vessillo sabaudo bianco e rosso, ma anche una bandiera azzurra, per l’auspicio della Madonna.

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(questo guidoncino blu, esemplificativo, è l'insegna del grado di Capitano di Vascello, in uso all'epoca del Regno d'Italia ma anche odiernamente dalla Marina Militare Italiana)

Ricorderà nei suoi studi il futuro Ministro sabaudo Luigi Cibrario (1802-1870):

“[…] di devozione di Zendado Azzurro con l'immagine di Nostra Signora [la Madonna, Santa Maria] in campo seminato di stelle. E quel colore di cielo [blu] consacrato a Maria è […] l’origine del nostro color nazionale […]”  


Così quella galea veneziana al comando del Conte sabaudo scriverà uno dei simboli più affezionati del nostro Paese, solcando i mari alla volta del Mediterraneo orientale con la sua bandiera azzurra.

 

L’azzurro sabaudo, da quel momento in poi, tornerà a comparire più e più volte nella Storia che ci porterà all’Unità d’Italia, anche coi significati araldici di “legge” o “imperium”, ossia “comando”, “virtù” e “sovranità

 

Già nello stesso 1364, Amedeo VI aveva fondato l’“Ordine del Collare”, che poi diventerà l’“Ordine Supremo della Santissima Annunziata”, il massimo ordine cavalleresco ed onorificenza dei Savoia, equiparato per importanza agli Ordini di collare della Giarrettiera (Regno Unito), del Toson d'Oro (Asburgo, oggi Spagna) e di San Michele (Francia) ed esistente ancora nell’esercizio delle legittime prerogative sovrane da parte di S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia (nato nel 1943), odierno Gran Maestro dell’Ordine. Prima che diventasse purpureo, il nastrino dell’onorificenza, che venne conferita ad importanti governanti del nostro Paese quali Cavour, Emilio Visconti Venosta, Giuseppe Zanardelli, Giovanni Giolitti, Carlo Sforza, Vittorio Emanuele Orlando, Pietro Badoglio, Armando Diaz, Paolo Thaon de Revel e Dino Grandi, non era null’altro che proprio di colore blu Savoia.

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gran Collare dell'Ordine della Santissima Annunziata, indossato da Amedeo di Savoia (sotto, la fascia verde dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro)

Negli stessi anni era anche nata una tradizione, formalizzata poi nel 1572 dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa di Ferro, ossia l’utilizzo di sciarpe azzurre per gli ufficiali delle forze armate sabaude, vestite ad armacollo dalla spalla destra al nodo sul fianco sinistro, eccezion fatta per i Corazzieri, che la portavano e continuano a portare in vita. Ancora oggi, infatti, la sciarpa azzurra è la principale insegna distintiva del grado per gli ufficiali delle forze armate italiane, utilizzata sia in servizio che per cerimoniale o per picchetto. Viene utilizzata anche dai Sindaci delle maggiori città e dai governatori provinciali, ed è presente anche nelle livree delle nostre frecce tricolore.

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Nel 1785 il blu Savoia tornò anche tra le bandiere dello Stato ed in particolare a solcare il mare, quando Re Vittorio Amedeo III di Savoia lo sceglierà per la bandiera militare navale del Regno di Sardegna, composta da uno stendardo azzurro sabaudo con l’inquarto della bandiera sabauda con croce bianca su sfondo rosso, che già da qualche tempo in realtà aveva fatto da ultima bandiera del Ducato di Savoia.

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Regno di Sardegna, bandiera militare navale

Lo stesso Sovrano, Vittorio Amedeo III, istituì nel 1793 anche le prime Medaglie al Valor Militare (di cui l’Oro la classe più alta), che avevano, come oggi, il distintivo nastrino azzurro, diventato nel tempo simbolo più alto del sacrificio per il Paese. Nel 1815 Vittorio Emanuele I, sulla scia di queste decorazioni, istituì anche l’Ordine Militare di Savoia, ancora oggi esistente come Ordine Militare d’Italia col suo nastrino blu e rosso. Nell’insieme, questi sono ancora oggi i massimi riconoscimenti al Valor Militare del nostro Paese e della sua storia. Con esse son stati decorati nel tempo eroi e martiri come Alfonso La Marmora, Raffaele Cadorna, Giuseppe Garibaldi, Luigi Rizzo, Enrico Toti, Francesco Baracca, Cesare Battisti, Gabriele d’Annunzio, Italo Balbo, Ferrante V. Gonzaga, Carlo Bergamini nonché, assai più recentemente, Marco Pittoni (2009) e Andrea Adorno (2014).

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Medaglia d'Oro al Valor Militare, epoca del regno

Nel 1848 invece Re Carlo Alberto di Savoia, in procinto di dichiarare la prima Guerra d’Indipendenza della nostra Storia nazionale, adottò per la prima volta il Tricolore italiano. Ma il blu rimase comunque nella bandiera nazionale, adornando lo Stemma sabaudo nel suo centro, nella posizione araldica del “cuore”. Dallo stesso anno, il blu farà da bordatura dello Stendardo reale, che nel 1880 cambierà foggia riempiendo totalmente lo sfondo.

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 Regno d'Italia, bandiera di stato (1848-1948)

900px-Royal_Standard_of_Italy_18801946svgpng  Stendardo Reale, prima (1848-1880) ed ultima versione (1880-1948)


Oggi, il blu Savoia fa comunque da bordo per lo Stendardo presidenziale, mentre riempie totalmente lo sfondo delle bandiere distintive del Presidente del Consiglio, del Ministro della Difesa e del Capo di Stato maggiore generale. Anche il drapò della Regione Piemonte è bordato d’azzurro e con un lambello azzurro nel centro, essendo l’antico vessillo del Principe ereditario, che deteneva il titolo di Principe di Piemonte.

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  Stendardo presidenziale (dal 2000), bandiera distintiva del Presidente del Consiglio (dal 2008) e insegna del Capo di Stato Maggiore della Difesa (dal 1998)

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Bandiera della Regione Piemonte (dal 1995)


Re Carlo Alberto, poi, pur adottando il tricolore volle precisare che la coccarda nazionale, invece, sarebbe rimasta di colore blu Savoia, cosa che in effetti fu per un secolo, fino all’abolizione dello Statuto Albertino nel 1946. Questo è però il motivo per cui noi, come Associazione degli Italiani Monarchici – Patto per la Corona, abbiamo deciso di avere come stemma lo Scudo di Savoia sovrapposto alla famosa Coccarda nazionale azzurra, per noi simbolo più puro del “bene indissolubile del Re e della Patria

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Stemma dell'Associazione (dal 2018)


Questa la storia secolare del Blu Savoia, oggi conosciuto anche e proprio come Blu d’Italia