Comunicato "Patto per la Corona" sulla morte di Vittorio Emanuele di Savoia
Si è spento stamattina a Ginevra, Vittorio Emanuele di Savoia, nato Principe come figlio dell'ultimo Re d'Italia, il nostro Umberto II.
Vittorio Emanuele era nato il 12 febbraio 1937, sotto il regno del nonno Vittorio Emanuele III, presso il Palazzo Reale di Napoli. Accolto come nuovo Principe ereditario, fu nominato Principe di Napoli. Se, nel 1943, avesse avuto uno dei piani dei Savoia e dell'antifascismo per abbattere il regime, egli sarebbe divenuto Re e oggi avrebbe avuto termine il regno più lungo della storia dell'uomo, più di Luigi XIV o Elisabetta II, lungo 81 anni. Ma l'allora Re Vittorio Emanuele III optò per un'azione diretta destituendo personalmente Mussolini il 25 luglio e ordinandone gli arresti.
Così Vittorio Emanuele continuò la sua vita normalmente e nel 1946 seguì Re Umberto II suo padre in esilio. Un esilio volontario poi reso obbligatorio dal Governo repubblicano italiano, un esilio ingiusto e irriconoscente verso la Storia, un esilio che rappresenta una macchia all'onore d'Italia. Persino la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) si espresse contro l'esilio definendolo una violazione dei diritti umani ma la Repubblica Italiana firmerà il suo ingresso nel trattato con l'esplicita clausola di deroga per i Savoia. Questa onta troverà fortunatamente fine in occasione dell'annullamento delle Disposizioni transitorie e finali della Costituzione che permise il suo rientro in Italia, a Napoli, nel 2002, ad un anno dal Millenario di Casa Savoia, nata nel 1003 dopo Cristo.
Durante l'esilio scelse di sposare la signora Marina Ricolfi Doria. Questa decisione lo spinse a contrapporsi al padre Re Umberto II che non gli concesse il Suo Regio Assenso per il matrimonio. Così facendo, Vittorio Emanuele perse ogni titolo e diritto per sé e per i Suoi successori alla Corona d'Italia, prerogative che passarono dunque al cugino il Principe Amedeo di Savoia, già Duca d'Aosta, e che ora sono esercitate come Capo di Casa Savoia dal Principe Aimone di Savoia, cui seguirà il figlio il Principe Umberto.
Oggi ricordiamo però le opere benefiche portate avanti da Vittorio Emanuele di Savoia nel corso della sua vita, verso i più poveri e i meno abbienti in Italia e nel mondo, e ricordiamo il suo impegno per la memoria sabauda. Ci stringiamo nel nostro più sincero cordoglio di tristezza per la sua scomparsa al figlio Emanuele Filiberto di Savoia e la sua famiglia e alle sue sorelle le Principesse Maria Pia, Maria Gabriella e Maria Beatrice, come naturalmente al Principe Aimone di Savoia, Capo di Casa Savoia.
Vittorio Emanuele era nato il 12 febbraio 1937, sotto il regno del nonno Vittorio Emanuele III, presso il Palazzo Reale di Napoli. Accolto come nuovo Principe ereditario, fu nominato Principe di Napoli. Se, nel 1943, avesse avuto uno dei piani dei Savoia e dell'antifascismo per abbattere il regime, egli sarebbe divenuto Re e oggi avrebbe avuto termine il regno più lungo della storia dell'uomo, più di Luigi XIV o Elisabetta II, lungo 81 anni. Ma l'allora Re Vittorio Emanuele III optò per un'azione diretta destituendo personalmente Mussolini il 25 luglio e ordinandone gli arresti.
Così Vittorio Emanuele continuò la sua vita normalmente e nel 1946 seguì Re Umberto II suo padre in esilio. Un esilio volontario poi reso obbligatorio dal Governo repubblicano italiano, un esilio ingiusto e irriconoscente verso la Storia, un esilio che rappresenta una macchia all'onore d'Italia. Persino la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) si espresse contro l'esilio definendolo una violazione dei diritti umani ma la Repubblica Italiana firmerà il suo ingresso nel trattato con l'esplicita clausola di deroga per i Savoia. Questa onta troverà fortunatamente fine in occasione dell'annullamento delle Disposizioni transitorie e finali della Costituzione che permise il suo rientro in Italia, a Napoli, nel 2002, ad un anno dal Millenario di Casa Savoia, nata nel 1003 dopo Cristo.
Durante l'esilio scelse di sposare la signora Marina Ricolfi Doria. Questa decisione lo spinse a contrapporsi al padre Re Umberto II che non gli concesse il Suo Regio Assenso per il matrimonio. Così facendo, Vittorio Emanuele perse ogni titolo e diritto per sé e per i Suoi successori alla Corona d'Italia, prerogative che passarono dunque al cugino il Principe Amedeo di Savoia, già Duca d'Aosta, e che ora sono esercitate come Capo di Casa Savoia dal Principe Aimone di Savoia, cui seguirà il figlio il Principe Umberto.
Oggi ricordiamo però le opere benefiche portate avanti da Vittorio Emanuele di Savoia nel corso della sua vita, verso i più poveri e i meno abbienti in Italia e nel mondo, e ricordiamo il suo impegno per la memoria sabauda. Ci stringiamo nel nostro più sincero cordoglio di tristezza per la sua scomparsa al figlio Emanuele Filiberto di Savoia e la sua famiglia e alle sue sorelle le Principesse Maria Pia, Maria Gabriella e Maria Beatrice, come naturalmente al Principe Aimone di Savoia, Capo di Casa Savoia.