Honi soit qui mal y pense

di Eleonora Vicario


Honi soit qui mal y pense. La prima osservazione spontanea di chi per la prima volta si imbatte nel motto dell’Ordine della Giarrettiera, il più importante ordine cavalleresco inglese, è: “perché il motto di un Ordine inglese è in francese?”.

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CC BY-SA 3.0 Bernard Gagnon; Emblema dell'Ordine della Giarrettiera al castello di Windsor.

Bisogna risalire alla conquista normanna dell’Inghilterra nell’XI secolo, da parte di Guglielmo I, Duca di Normandia, conosciuto come Guglielmo il Conquistatore, per trovare il momento in cui la lingua normanna divenne la lingua comunemente parlata in Inghilterra; nel tempo si trasformò in una lingua infarcita di termini inglesi per poi essere abbandonata dopo il XIV secolo.

Nel 1337, quando Edoardo III diede inizio alla guerra dei Cent’anni contro i francesi e quando nel 1340, si proclamò Re di Francia, la lingua parlata alla corte inglese, dall’aristocrazia, dal clero e nei tribunali, era ancora la lingua francese. Quindi, quando nel 1348 Edoardo III fondò il Cavalleresco Ordine della Giarrettiera, l’aristocrazia parlava ancora questa lingua.

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Stemma reale del Regno Unito Royal Arms of Scotland Territori Britannici d'Oltremare 

Sono molte le teorie per spiegare il motivo per cui fu dato questo nome all’Ordine. Lo Storico inglese Elias Ashmole (1617 – 1692), Araldo di re Carlo II d’Inghilterra, afferma che il nome deriva dall’incitazione alla battaglia da parte del Re Edoardo III, al grido di “fuori tutte le giarrettiere al segnale”, a Crécy, dove vi fu lo scontro decisivo che portò alla sconfitta della Normandia.

Secondo una leggenda, invece, sembra che Edoardo III lo scelse in onore della Contessa di Salisbury, sua favorita, alla quale cadde una giarrettiera durante un ballo; il Re si precipitò a raccoglierla e disse “vergogna a chi pensa male” in risposta ai sorrisi ironici dei cortigiani, in quanto voleva solo sottolineare l’assoluto valore cavalleresco del gesto nei confronti di una dama.

Una variante di questa leggenda ci arriva dalla prima descrizione dell’Ordine della Giarrettiera in un libro: Tirant lo Blanch, un romanzo cavalleresco, capolavoro della letteratura catalana; pubblicato nel 1490 a Valencia, è stato attribuito a Joanot Martorell, ma molto probabilmente si tratta di una somma di testi di diversa provenienza.

Nel capitolo LXXXV di questo romanzo si legge:

Era già passato un anno e un giorno, e i festeggiamenti si erano svolti solennemente, quando sua maestà il re mandò a dire a tutte le classi di attendere ancora qualche giorno, in quanto egli intendeva presentare una confraternita or ora istituita, composta da ventisei cavalieri, senza macchia e senza paura; naturalmente tutti furono lieti di trattenersi. L’origine e il motivo vero per cui fu creata è il seguente e noi stessi abbiamo udito dalla viva voce del re che ce l’ha raccontato: in un giorno di svago, in cui si danzava molto, il re si era fermato ad un capo del salone, per riposarsi un po’, mentre la regina, con le damigelle, era rimasta dall’altra parte e, intanto, i cavalieri facevano le danze con le loro dame. Capitò che una delle donzelle, mentre ballava, si accostò dal lato in cui stava il re e, nel girare, le cadde una giarrettiera, che era di cimosa e a tutti sembrò appartenere alla gamba sinistra; i cavalieri vicini se ne accorsero e videro che era in terra. Diciamo pure che la ragazza si chiamava Madresilva ma non crediate che fosse la più bella di tutte, né la più elegante, certo aveva un buon aspetto, è spigliata e sa ballare, canta discretamente anche se se ne possono avere trecento più belle e più graziose di lei; ma si sa che gli uomini vanno là dove li porta il desiderio, allora un cavaliere, di quelli che erano accanto al re, le disse:

– Madresilva, avete perso le armi della vostra gamba; credo che abbiate scelto un cattivo paggio che non ve le ha saputo ben allacciare!

Lei, un po’ intimidita, smise di ballare e si volse per recuperare la giarrettiera, ma un altro cavaliere, più lesto di lei, l’afferrò; il re, nel vederla in possesso del cavaliere lo chiamò a sé, e gli ordinò di legargliela sulla gamba, a sinistra sotto il ginocchio, e volle portarla per quattro mesi e mai la regina ebbe nulla da ridire sull’argomento; anzi, ogni volta che il re si vestiva di gala, ci teneva a metterla ben in vista; naturalmente nessuno osava commentare il fatto; fino a che un servitore, assai ben voluto, considerando che la cosa durava ormai troppo, un giorno che era solo con il re, gli disse:

– Maestà, se sapeste quel che io so… i pettegolezzi di tutti gli stranieri e… degli stessi sudditi del regno, della regina e di tutte le dame d’onore…

Il re:

– Di che si tratta? Parla, svelto!

– Mio signore; vi dirò che tutti sono sorpresi di codesta stranezza di vostra altezza che di una meschina e vile donzella, di bassa estrazione, tra le sue stesse compagne tenuta in poco conto, abbia voluto portarne sul proprio corpo un segnale visibile a tutti e l’abbia fatto durante tanto tempo; sarebbe già abbastanza se si trattasse di una regina o di una imperatrice, ma poi, non ci sono nel regno damigelle di migliore e maggior stato, per casato e beltà più graziose e istruite e ancor più virtuose? Certo… capisco che le mani dei re sono più lunghe… che arrivano dappertutto…

Rispose il re:

– E allora, di questo è scontenta la regina e gli stranieri sono sorpresi? E aggiunse in francese:

Honi soit qui mal y pense! io giuro che fonderò, basandomi su questo episodio, un ordine cavalleresco tale che, finché durerà il mondo, ci sarà memoria di questa confraternita e di quest’ordine!1


Lo stemma dei Cavalieri dell’Ordine della Giarrettiera è costituito da una giarrettiera che sormonta il motto Honi soit qui mal y pense, motto che oggi si trova scritto nelle aule dei tribunali britannici, sulla copertina dei passaporti, sul rovescio delle sterline in oro della serie 1817-1820, sul simbolo Regimentale del Royal Army Service Corps, corpo attivo fino al 1965; era anche scritto sulla polena della nave ammiraglia HMS Victory, che partecipò alla Battaglia di Trafalgar, disarmata e poi ricostruita nel 1803, oggi nave museo. Nel 2019 è stata coniata dalla Zecca Reale una edizione speciale di monete d’oro, del peso di un’Oncia con l’antico simbolo araldico inglese; lo stemma riporta i più noti motti: Dieu et mon droit e Honi soit qui mal y pense, con una giarrettiera che circonda lo scudo.

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Bruno Befreetv, ventaglio della Regina Vittoria

Il capo dell’Ordine della Giarrettiera è il Sovrano del Regno Unito e vi sono ammessi i componenti della famiglia reale, 24 membri (Knight Companion e Lady Companion) scelti dal Sovrano stesso e i coniugi dei cavalieri. Eccezionalmente possono essere ammessi membri soprannumerari (anche Sovrani stranieri) in caso di persone che abbiano dato lustro al Regno Unito.

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Ogni anno, nel mese di giugno, i membri dell’Ordine si riuniscono nella cappella di San Giorgio, patrono d’Inghilterra. I nuovi membri – che vengono annunciati il 23 Aprile - vengono investiti nella sala del Trono del Castello. Subito dopo viene organizzato un pranzo e la sfilata in abiti cerimoniali per raggiungere la cappella.

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I paramenti cerimoniali di un cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera sono in gran parte quelli stabiliti in occasione dell’incoronazione di Giorgio IV nel 1821:

- Mantello, originariamente di lana e, dal XVI secolo, di velluto. Originariamente viola, il mantello - tra il XVII e il XVIII secolo - cambiò colore in azzurro, celeste, blu reale, blu scuro, violetto, e infine l’attuale blu nautico, foderato di taffeta bianco.

- Lo scudo con la Croce di San Giorgio è cucito sulla spalla sinistra del mantello. Il mantello del sovrano e dei membri della famiglia reale ha la coda.

- Cappello, un Tudor bonnet di velluto nero con una penna bianca di struzzo e una nera di airone.

- Collare d’oro, introdotto nel XVI secolo. Pesa 933 grammi ed è composto da nodi d’oro alternati a medaglioni smaltati raffiguranti una rosa dentro una giarrettiera. Ai tempi di Enrico VII le rose erano due, una bianca e una rossa. Attualmente la rosa è solo rossa.

- Il George, medaglia smaltata raffigurante San Giorgio a cavallo che uccide il drago, pendente dal collare.

- Giarrettiera: indossata al polpaccio sinistro dai cavalieri, e al braccio sinistro dalle signore durante le cerimonie. È una fascia di velluto con il motto Honni soit qui mal y pense scritto in lettere dorate. Un tempo la giarrettiera delle signore era decorata con gioielli.2


Cerimonie, investiture e sfilate in abiti sontuosi, non come eventi folkloristici ma come Tradizione, Continuità, Appartenenza, Onore.

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PP61DR tappeto in Aula 3, presso la Corte suprema, piazza del Parlamento, Londra

  



1Traduzione di Giuseppe Grilli

2 https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_della_Giarrettiera