IL RUOLO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA NELLA GRANDE GUERRA

di Michele D'Ambrosio 

1.1 Introduzione

La Prima Guerra Mondiale, o Grande Guerra, fu un conflitto che comportò la fine di un periodo di crescita e benessere, seppur commisurato agli stili di vita e di sviluppo dell’epoca, che in tutta Europa viene tutt’oggi ricordato come Belle Epoque[1]. Il conflitto, inizialmente circoscritto e poi divenuto di carattere mondiale, causò forti e notevoli cambiamenti in tutte le società direttamente ed indirettamente coinvolte. Oltre ad una innovazione di carattere militare che contraddistinse la guerra in esame dalle precedenti con l’impiego dei primi mezzi di aviazione e nuove armi di distruzione di massa come i gas asfissianti, i cambiamenti più importanti si ebbero in ambito economico, sociale e politico già dall’immediato primo Dopoguerra. In campo economico si vide un sempre più affermato modello liberista applicato, su modello americano, alle potenze europee con carattere di interdipendenza economica; in ambito sociale, dopo aver sostituito gli uomini nelle fabbriche ed in altre attività produttive del Paese durante la guerra, le donne iniziarono ad affermarsi sempre più reclamando un posto nella società operaia, prima non riconosciuto, e nuovi diritti; in ambito politico, infine, oltre all’implosione dell’Impero zarista a seguito della Rivoluzione bolscevica del 1917, l’Europa assistette al crollo dei due Imperi centrali, quello tedesco e quello austriaco, che, sino ad allora, sopravvissero con un sistema democratico prettamente assente ed una politica fortemente contrastante con l’ideale liberista sponsorizzato dagli Stati Uniti d’America[2].

Le potenze europee, allo scoppio della guerra erano divise, da diversi anni, in due grandi schieramenti (alleanze) segrete che, idealmente, avrebbero dovuto avere solo carattere difensivo, non offensivo. Questi due schieramenti erano detti Triplice Alleanza[3], originariamente composta da Impero Tedesco, Impero Asburgico e Regno d’Italia, e Triplice Intesa[4], a sua volta composta da Impero Russo, Regno Unito e Francia.

Allo scoppio della guerra, il 28 luglio 1914, in seguito all’assassinio dell’erede al Trono d’Austria avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914, il sistema delle alleanze causò un susseguirsi di interventi che portarono al coinvolgimento diretto di tutte le potenze, ad eccezione dell’Italia, nel conflitto. La posizione italiana circa l’opportunità di entrare in guerra fu più delicata di quanto si possa immaginare; appartenente alla Triplice Alleanza, l’Italia avrebbe dovuto seguire le sorti della Germania che, il 1 agosto 1914, affiancò l’alleato austriaco dichiarando guerra prima alla Russia e poi alla Francia (causando un coinvolgimento diretto della Triplice Intesa), ma, avendo l’Austria intrapreso questa guerra non a scopo difensivo, ma offensivo, l’Italia optò per la non belligeranza del Paese in attesa di nuovi scenari. Va sottolineato che il Regno di Vittorio Emanuele III era interessato a mire espansioniste ai danni dell’Impero Austriaco, questo per portare a termine il disegno risorgimentale intrapreso da Vittorio Emanuele II[5]. Gli obiettivi italiani, però, risultarono difficilmente realizzabili stando in un sistema di alleanze che vedevano come propria alleata proprio l’Austria mal disposta a concedere quanto richiesto da Roma; questo ed altri aspetti porteranno l’Italia ad un cambio di alleanza nel 1915, a favore dell’Intesa[6], ed al suo ingresso in guerra il 24 maggio di quello stesso anno.

 

1.2 Il ruolo degli Stati Uniti ed il loro intervento

Il ruolo fondamentale giocato dagli Stati Uniti durante il primo conflitto mondiale venne interpretato dal Presidente Thomas Woodrow Wilson, democratico, che, dal 1913 si trovava alla guida del Paese.

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Thomas Woodrow Wilson

Gli Stati Uniti, in seguito alla vittoria ottenuta durante il conflitto Ispano – Americano del 1898[7], gettarono le basi per un primo tentativo di assurgere a potenza internazionalista ed a garanzia della democrazia e della sicurezza del mondo, questi obiettivi coincidevano con la National security americana.

Per Wilson, la creazione di un mondo sicuro per la democrazia, fu uno dei primi obiettivi della potenza americana da perseguire, gettando così le basi per un nuovo odine mondiale su modello statunitense che comprendesse la libertà commerciale e di navigazione insieme alla stabilizzazione delle Nazioni sovrane e democratiche. Il Presidente sostenne che la sconfitta tedesca, in quella guerra, fosse fondamentale per perseguire quel disegno geopolitico, l’obiettivo era dunque quello di un dopoguerra segnato da un cambiamento repentino del modo in cui intrattenere le relazioni internazionali: esse si sarebbero dovute incentrare su di una diplomazia non più segreta (come fu, ad esempio, quella che portò al Trattato di Londra del 1915), e sui rapporti tra Stati. Wilson, molto probabilmente, a questa altezza cronologica aveva già in mente l’assetto della Società delle Nazioni che vide la luce solo nel primo dopoguerra come strumento di pace che avrebbe dovuto prevenire qualsiasi tipo di conflitto armato tra Paesi. Il progetto wilsoniano, però, perseguì l’idea di una fine della guerra senza né vincitori, né vinti, questo per evitare una pace punitiva a discapito delle potenze sconfitte[8] che avrebbe potuto sfociare in ulteriori volontà di rivalsa sui vincitori[9].

Malgrado questi obiettivi, però, Wilson si fece rieleggere alla Presidenza americana nel 1916 per un secondo mandato con la promessa che non avrebbe coinvolto gli Stati Uniti nel conflitto europeo, ma questa promessa non venne onorata secondo le aspettative del popolo americano.

Ad inizio guerra, nel 1914, la neutralità degli Stati Uniti d’America venne considerata ovvia ed indiscussa in quanto il conflitto iniziò come circoscritto in una singola regione europea e le cause e gli obiettivi dello stesso non toccarono minimamente l’interesse e la sicurezza americana. Una delle motivazioni principali per le quali l’esercito americano avrebbe optato per la neutralità assoluta fu però di carattere commerciale; lo status neutrale avrebbe permesso, infatti, agli SUA di intrattenere commerci sempre maggiori sia con gli Stati dell’Intesa, sia con gli Stati dell’Alleanza. Questo status venne mantenuto indiscusso sino alla ripresa della guerra sottomarina tedesca che minò in maniera indiscriminata anche ogni sorta di imbarcazione, perfino civile, proveniente o diretta in America[10]; con la ripresa della guerra sottomarina, infatti, la neutralità americana risultò sempre più difficile da mantenere. A causa della crisi diplomatica con il Secondo Reich di Guglielmo II, i commerci statunitensi entrarono in crisi nei confronti dell’Alleato dell’Austria e, di conseguenza, con quel che restava della Triplice Alleanza. Si ebbe dunque come effetto che i commerci americani si concentrarono sempre più a favore dell’Intesa che vide un incremento di commerci e scambi con il Nuovo Mondo sempre più consistente[11].

Wilson, con il passare dei giorni, si convinse sempre più della necessità di entrare in guerra per gli Stati Uniti accanto alle potenze dell’Intesa per sostenerle anche a livello ideologico, non solo quindi con aiuti economici, alimentari e strategici, ma schierandosi sul campo accanto alle potenze democratiche. Una possibile vittoria tedesca avrebbe causato in Europa la nascita di un potente blocco militare ed industriale governato da una élite tedesca illiberale ed autocratica che, per Wilson, avrebbe costituito l’antitesi di ciò che credeva necessario per lo sviluppo, la sicurezza e la crescita degli Stati Uniti d’America. L’ipotesi di un’eventuale entrata in guerra, però, divise fortemente l’opinione pubblica statunitense con il sorgere di numerosi movimenti pacifisti, tra i più importanti ricordiamo quello guidato da una donna, la pacifista Jane Addams.

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Jane Addams

Malgrado le divisioni interne al Paese, però, la preparazione della guerra per Wilson iniziò già nel 1916, ma dal 1917, in seguito alla dichiarazione di guerra ai danni della Germania il 6 aprile 1917, iniziò a materializzarsi con le seguenti decisioni:

1)     Venne istituita, con decreto legislativo del Congresso americano, la leva obbligatoria mediante il Selective Service Act che verrà approvato il 18 maggio 1917[12] e porterà 2,8 milioni di soldati arruolati tra il maggio 1917 ed il novembre 1918[13], oltre ai volontari che, in piena libertà, decisero di arruolarsi.

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2)     Nel campo della comunicazione, per convincere la popolazione americana alla guerra, Wilson creò la Committee on Public Information, organismo governativo a cui fu affidato il compito di far capire le ragioni della guerra e la necessità dell’intervento americano. Questo obiettivo venne perseguito mediante volantinaggio, con l’ausilio di relatori erranti su tutto il territorio statunitense a cui vennero affidati veri e propri comizi di propaganda, anche molto brevi, nei quali spiegavano le ragioni della “guerra giusta” e della necessità di un intervento americano e a mezzo di documentari con i quali gli americani esibivano le atrocità commesse dall’esercito tedesco, il vero nemico da combattere.

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3)     In campo economico vennero emessi veri e propri titoli di Stato a sostegno della guerra, queste obbligazioni passarono alla storia con il nome di “Liberty Bonds” e vennero resi acquistabili, anche con pochi soldi, da chiunque. Il nome con cui vennero identificate queste azioni fu molto evocativo: azioni per la libertà. Con queste azioni gli SUA riusciranno a raccogliere circa 20 bilioni di dollari da impiegare nello sforzo bellico.

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Parallelamente all’emissione di titoli di Stato, vennero aperte anche delle agenzie a sostegno della guerra come la National economy board, la war agency board e la food administration, quest’ultima, in caso di mancanza di cibo a causa dell’economia di guerra, avrebbe supplito al reperimento dei viveri per non causare conseguenze estreme tra la popolazione.

Sino al 1918 l’intervento americano non fu decisivo, ma dal 18 giugno 1918 in poi i tedeschi vennero sconfitti sul fronte francese dalle truppe americane guidate dal Generale John Joseph Pershing.

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John Joseph Pershing

Nel settembre intervennero con oltre un milione di uomini contro la Germania e, dalla fine di ottobre del 1918, le truppe tedesche vennero espulse dai paesi occupati. 


[1] «Nazioni e Imperi, coronati di principi e di potentati, sorgevano maestosamente da ogni parte, avvolti nei tesori accumulati nei lunghi anni di pace. Tutti si inserivano e si saldavano, senza pericoli apparenti, in un immenso architrave. I due potenti sistemi europei stavano l'uno di fronte all'altro, scintillanti e rimbombanti nelle loro panoplie, ma con sguardo tranquillo… Il vecchio mondo, nell'ora del suo tramonto era bello a vedersi…» (Winston Churchill, La crisi mondiale, 1921).

[2] Anche se, de iure, entrambe le realtà vantavano una forma di governo costituzionale, de facto erano entrambe realtà rette da monarchia assoluta, in particolar modo l’Impero tedesco di Guglielmo II von Hohenzollern.

[3] Costituitasi a Vienna il 20 maggio 1882 dall’evoluzione della Duplice Alleanza (1879), costituita da Germania ed Austria, alla quale si aggiunse l’Italia.

[4] Costituitasi ufficialmente nel 1907 in seguito a vari accordi diplomatici tra le singole potenze.

[5] In Italia, la Prima Guerra Mondiale passerà alla storia anche come la IV guerra di indipendenza con la conquista di Trento e Trieste.

[6] Con la Firma del Patto di Londra il 26 aprile 1915 l’Italia passava ufficialmente a far parte della Triplice Intesa impegnandosi ad entrare in guerra entro un mese dalla firma di quel trattato. Questo cambio di alleanza avrebbe garantito all’Italia diversi territori, tra cui Trento e Trieste, in caso di vittoria dell’Intesa.

[7] Conflitto che, sebbene vide vittoriose le forze americane su quelle spagnole, mise in evidenza la totale impreparazione, tattica e militare, americana nella conduzione della guerra.

[8] Wilson pensa alle potenze della Triplice Alleanza.

[9] Una delle conseguenze dei Trattati di Versailles fu, nel 1933, l’ascesa del Nazionalsocialismo in Germania guidato da Adolf Hitler.

[10] La guerra sottomarina fu una tecnica di guerra che, a più riprese, la Germania utilizzò durante tutto il conflitto; una delle tragedie ad essa connesse, ancora oggi ricordata, fu l’affondamento del transatlantico Lusitania, battente bandiera inglese, il 7 maggio 1915.

[11] Le esportazioni americane raddoppiano ogni anno nei confronti dell’Intesa raggiungendo il 90% delle esportazioni.

[12] Il Selective Service Act venne studiato già alla fine del 1916, ma venne sottoposto all’attenzione del Presidente solo nel febbraio 1917, subito dopo la rottura dei rapporti diplomatici con la Germania.

[13] Jerold E. Brown, Historical dictionary of the U.S. Army, 2000, Greenwood Publishing Group, p. 421.