La Penna che scrisse la storia

di Michele D’Ambrosio

L’intuizione di costituire un corpo militare in grado di difendere la frontiera settentrionale della Penisola italiana da eventuali invasori venne già a Cesare Augusto, figlio adottivo di Giulio Cesare, tra il 27 a.C. e il 14 d.C.

Intorno al 270 – 271 d.C. videro la luce le prime LEGIONES ALPINAE, milizie di montagna antenate delle nostre Penne Nere.

Le legioni alpine romane erano così suddivise:

  • Julia Prima: stanziata sulle Alpi Cozie e costituita da Sagittarii venatores, esperti cacciatori muniti di arco;
  • Julia Secunda: di stanza ad Eporedia, l’attuale Ivrea;
  • Julia Tertia: stanziata ad Aosta e formata da militari provenienti principalmente dal Veneto orientale.

La JULIA TERTIA può essere, senza alcun dubbio, considerata la bisnonna della “terza Divisione alpina” (Julia) del Regio Esercito Italiano.

L’idea di dover difendere a tutti i costi e con ogni mezzo le nostre Alpi varcò i secoli e i millenni fino alla Repubblica Cisalpina di Napoleone Bonaparte e ai Cacciatori delle Alpi di Casa Savoia (milizie volontarie impiegate contro gli austriaci, a partire dal 1859, a solo scopo difensivo).

Il Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, Giuseppe Domenico Perucchetti, subito dopo la proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861), ebbe l’intuito di dover riorganizzare i reparti alpini della neonata Italia trasformandoli da reparti puramente difensivi a reparti offensivi. Nel marzo del 1872, infatti, Perucchetti scrisse sulla Rivista militare italiana un articolo dal titolo:

"Considerazioni sulla difesa di alcuni valichi alpini e proposta di un ordinamento militare territoriale della zona alpina"

Dopo la pubblicazione di questo articolo, con l’ausilio del Ministro della Guerra, Cesare Francesco Ricotti – Magnani, e del colonnello Agostino Ricci, nonostante le avversità parlamentari dell’epoca, Perucchetti riuscì nel suo intento. Il Ministro Ricotti, infatti, dovette aggirare il volere del Parlamento inserendo il provvedimento in un decreto riguardante l’aumento dei distretti militari su territorio italiano.

Fu così che, il 15 ottobre 1875, S.M. il Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, firmando il Regio decreto legge n°1056, diede ufficialmente vita alle prime COMPAGNIE ALPINE del Regno. I soldati sarebbero stati reclutati su base territoriale e dotati di muli. Così nacquero gli Alpini…

Il vero e proprio “battesimo del fuoco” per i nostri Alpini si verificò in Etiopia, durante la famosa sconfitta di Adua. All’alba di domenica 1 marzo 1896, l’Esercito Etiope attaccò di sorpresa l’Esercito Italiano stremato dalla fame, dalla sete e dal sonno dopo giorni di lungo cammino; l’Esercito Etiope travolse, come un’orda barbara, tutto ciò che gli si presentò lungo il cammino, attaccando con colpi d’arma da fuoco a bruciapelo, combattimenti alla baionetta e, addirittura, morsi. A seguito di questa disastrosa sconfitta, persero la vita circa 400 Alpini e solamente in 150 sopravvissero. Su questo campo di battaglia, il capitano della IV compagnia del I Battaglione Alpini d’Africa, Pietro Cella, conquistò la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare degli Alpini. Medaglia d’Argento fu conferita anche al maggiore Davide Menini che cadde sotto il fuoco nemico incitando i suoi Alpini con un ultimo urlo di battaglia: “Avanti Savoia! Avanti miei Alpini!”