La storia dell'associazionismo e partitismo monarchico italiano attraverso Vincenzo Vaccarella. 6

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Esterno della Tessera di iscrizione all’Unione Monarchica Italiana del Conte Vincenzo Vaccarella, avvenuta il 16 gennaio 1948.




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Interno della Tessera di iscrizione all’Unione Monarchica Italiana del Conte Vincenzo Vaccarella, datata 1948, firmata dall’Ammiraglio Giovanni Galati, Presidente Nazionale, dal prof. Siciliani, per il comitato di Chieti e dal Presidente Provinciale Marchese Raffaele Martinetti-Bianchi;

più in basso la successiva tessera di iscrizione firmata dal Presidente Nazionale Rinaldo Taddei e dal Segretario di Roma Antonio Galano;

ancora più in basso, la tessera di iscrizione firmata dal Presidente Nazionale Gian Nicola Amoretti, dal Segretario Nazionale Sergio Boschiero e dal Colonnello degli Alpini Mario Capone.

Il Conte Vincenzo Vaccarella è stato iscritto all’Unione Monarchica Italiana fino al Dicembre 2019.




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L’associazione abruzzese di Roma, fondata nel 1886 da Silvio Spaventa e con sede a piazza Cavour a Roma, ha organizzato una manifestazione in occasione della visita di S.A. Amedeo di Savoia Aosta. Sostiene la bandiera il sig. Luciano Puglielli; accanto a lui ci sono l’imprenditore Antonio Dedeo e la sua signora, Antonietta Vaccarella Dedeo. In primo piano il Conte Vincenzo Vaccarella.




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Riunione di un Comitato di Presidenza dell’Unione Monarchica Italiana del 2003: si riconoscono il Colonnello Mario Capone, Segretario Nazionale Amministrativo, il dott. Amedeo De Dominicis Segretario Nazionale del Fronte Monarchico Giovanile, Gian Nicola Amoretti, Sergio Boschiero e a destra l’Avvocato Attanasio Segretario Regionale della Sicilia. Intervento del Vicepresidente Nazionale, il Conte Vincenzo Vaccarella.




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Particolare cartina d’Italia del 1941 quando, dopo l’invasione della Jugoslavia, incorporammo la Dalmazia da Ragusa (in croato Dubrovnik) a Trieste.

Nel mese di Aprile del 1941, le potenze dell’Asse occuparono il Regno di Jugoslavia e venne istituito il Commissariato Civile della Dalmazia (o Governatorato di Dalmazia) per il quale Mussolini incaricò Athos Bartolucci. Buona parte costiera della Dalmazia fu annessa al Regno d’Italia, mentre la restante parte venne annessa allo Stato indipendente di Croazia governato dagli ustascia di Ante Pavelić, che offrì il trono ad Aimone di Savoia, il quale però non vi si insediò mai. Ragusa fu l'unica città a non essere inglobata dal Governatorato di Dalmazia ma fu occupata dalle truppe italiane nell'autunno dello stesso anno.

Col patto del 18 maggio 1941 vennero regolati i confini fra la Croazia ed i territorî italiani della Dalmazia. Esso riconosceva come facenti parte dell'Italia i distretti di Castua, Sušak, Čabar ed una parte di quello di Delnice (che vennero aggregati alla prov. del Carnaro), nonché le isola di Veglia, Arbe e quelle dell'arcipelago zaratino. Veniva inoltre assegnato all'Italia un vasto retroterra intorno a Zara, oltre alla Bucovizza, ai territorî di Sebenico e di Traù. L'Italia otteneva anche il distretto di Cattaro e gran parte delle altre isole dalmate. L'ordinamento amministrativo della città di Spalato e dell'isola di Curzola sarebbe stato definito mediante una convenzione speciale. Un secondo accordo concerneva il regime militare della fascia litoranea adriatica, che il governo croato s'impegnava di mantenere smilitarizzata: detta zona fu posta poi, per ragioni di sicurezza, sotto il diretto controllo militare italiano (7 settembre 1941). (Enc. Treccani)



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2011, Palazzo Valentini: manifestazione congiunta dell’UMI e della Consulta dei Senatori del Regno per il centocinquantesimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia e dell’Unità Nazionale. Intervento del Vicepresidente del Senato prof. Domenico Fisichella; dietro si vede il Conte Vincenzo Vaccarella.