La storia dell'associazionismo e partitismo monarchico italiano attraverso Vincenzo Vaccarella. 9

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Chieti, Maggio 1957; Convegno regionale abruzzese del Movimento Giovanile del Partito Monarchico Popolare degli Abruzzi. Da sinistra: prof Michele D’Agostino, Segretario Regionale, Gen. Ettore Giannantonio, Ispettore nazionale, Angelo Gaizo della Direzione del movimento, Marchese Comandante Raffaele Martinetti Bianchi, Comandante dell’aeroporto militare di Pescara e Segretario Regionale del PMP, Vincenzo Vaccarella Vicesegretario nazionale.



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1958 Piazza Vittorio Emanuele di Chieti: comizio regionale del Comandante Achille Lauro, Presidente del Partito Monarchico Popolare, per la chiusura della campagna elettorale; nella macchina si intravede l’On. Guido Grimaldi, nipote di Achille Lauro, Segretario Nazionale amministrativo del PMP.



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1958 Arrivo di Achille Lauro, Sindaco di Napoli (Senatore fino al 1954), al comizio di Chieti sulla Lancia Flaminia, uscita in produzione nell’Aprile del 1957.



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1954 farglioni di Acitrezza: Avv. Michele Sciaudone poi Sindaco di Benevento membro della Giunta Nazionale del Movimento Giovanile di Stella e Corona, al centro l'Ispettore nazionale, Conte Vincenzo Vaccarella e Ciccio Ardini.




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1887: Invito ad una cena  in onore del Generale Enrico Cosenz, inviato al Gen. Barone Giuseppe Vergilj di Rizzacorno, fratello del nonno di Vincenzo Vaccarella

Il membro certamente più illustre della famiglia fu certamente il gen. Giuseppe Vergilj (1818 -1890). Dopo aver frequentato la Scuola superiore militare di Napoli, non ancora ventenne, fu nominato luogotenente d’artiglieria nell’esercito borbonico. Il 15 maggio del 1848 sottoscrisse una dichiarazione con la quale si impegnava a non sparare mai contro il popolo napoletano. Successivamente prese parte, sotto il comando di Guglielmo Pepe e con il grado di Maggiore, alla Difesa di Venezia del 1848-49. Questa esperienza all’indomani dell’Unità d’Italia, gli fece meritare il titolo di “Eroe di San Secondo”. Dopo la resa emigrò prima in Toscana e poi in Piemonte dove, con il grado di “maggiore dello stato maggiore” prese parte alla guerra contro l’Austria. A Torino acquistò anche la fama di “eminente matematico”. Dopo la pace di Villafranca venne mandato prima in Emilia e poi a Napoli ad organizzare l’artiglieria. Diresse l’assedio di Capua nel 1860, esperienza che gli fece guadagnare la medaglia al valor militare. Dopo l’elezione nel collegio di Lanciano, nel 1861, si dimise dalla carica di deputato a seguito della nomina a Generale. Un grave infortunio all’udito contratto in servizio, lo costrinse al ritiro a vita privata. 
http://www.anxanum.net/uploads/1/4/1/2/14122470/scheda_vergilj.pdf