Le visite ufficiali (e non) di Umberto II a Varese

di Matteo Bollini

Così come tante città italiane, anche Varese riuscì ad interesse un legame di reciproco amore con casa Savoia. Umberto II visitò felicemente in diverse occasioni la nostra città, sempre in veste di Principe di Piemonte. Il primo Re d'Italia a visitare Varese in forma ufficiale fu Vittorio Emanuele II il 17 agosto 1859, giunto nella città lombarda dove si era tenuta il 26 maggio di quell'anno la battaglia di Biumo in cui i Cacciatori delle Alpi, comandati dal Generale Giuseppe Garibaldi, avevano sconfitto l'esercito austriaco. Il Re giunse a Varese provenendo da Como verso le nove del mattino e, nel fare il suo ingresso in città, passò sotto l'arco trionfale che era stato eretto a Biumo inferiore, proprio nel medesimo punto in cui erano sorte le barricate e si era svolta la fase più accesa del combattimento dei Cacciatori delle Alpi contro l'austriaco. Su una piramide, collocata a fianco dell'arco, erano stati elencati i nomi dei caduti di quella gloriosa giornata di vittoria garibaldina. Nella piazza Vittorio Emanuele ricevette l'omaggio e il saluto del podestà Carcano e delle maggiori autorità cittadine; successivamente egli raggiunse il palazzo municipale e, in seguito, l'ospedale cittadino dove si trovavano ancora degenti molti dei combattenti feriti nel durissimo scontro con le truppe del Generale Urban. 

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Epigrafe a ricordo della visita di Vittorio Emanuale II a Villa Mirabello

Il Re soggiornò nella villa di Gaetano Taccioli, oggi villa Mirabello, e passeggiando nel giardino, nell'ammirare il bellissimo panorama, disse al Ministro della Real Casa: “Non mi avete mai comperato una villa come questa”, ed il Ministro rispose: “Maestà, finora non foste che re di Piemonte”(sic!). L'avvenimento è ricordato da una lapide, oggi dalle precarie condizioni, posta sul muro esterno della villa.

 

Il “battesimo” del Monumento ai Caduti. “Lasciamo Varese entusiasti della sua popolazione”: con queste parole l'Ammiraglio Attilio Bonaldi -precettore di Umberto- espresse tutto il suo compiacimento ad alcune personalità che lo salutavano alla partenza. E così il Principe Umberto ripetutamente si dichiarò entusiasta, parlando delle accoglienze con le quali era stato ricevuto dai varesini. Il sole risplendeva in quel 21 maggio 1923.

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Cronaca Prealpina 22 maggio 1923

 La città si svegliò tutta ammantata dal tricolore, ogni finestra e balcone si presentava riccamente adorno, sui drappi spiccavano i fiori e verdi festoni, proprio a sottolineare il suo appellativo di “città giardino”. Durante il percorso, l'auto passò tra una pioggia continua di petali e fiori gettato dalle donne varesine alle finestre. Quando Sua Altezza, all'epoca diciannovenne, si affacciò al balcone di Palazzo Estense fu accolto da una vibrante acclamazione e da un pittoresco agitarsi di bandiere, gagliardetti e fazzoletti. Lo sguardo sicuramente andò anche al busto del nonno Umberto I, inaugurato nel 1902, e che faceva bella mostra di sé vicino alla fontana.

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Alfredo Morbelli, il principe Umberto a Palazzo Estense 14 novembre 1926

Dopo questo primo ricevimento delle autorità locali, un vero bagno di folla accolse il Principe per la cerimonia al Monumento dei caduti, opera magistrale dello scultore di Viggiù Enrico Butti, che era in costruzione e che vedrà la sua effettiva inaugurazione il 20 ottobre di quell'anno, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Nell'occasione il comitato del Monumento fece firmare una pergamena deposta poi in un foro apposito, sulla quale si poteva leggere “Il Principe augusto – Umberto di Savoja – erigendo il Popolo varesino – eccelsa opera d'arte – a perennemente celebrare suoi eroici caduti – a la nuova ara consacra – nel vaticinio della Patria – a imperitura gloria risorgente dal Martirio”. Dopo un secondo giro in auto per la città, il Principe Umberto venne ricevuto a Villa Ponti per una colazione offerta dalla Marchesa Remigia Ponti e dai figli, prima di ripartire alla volta di Como.

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Cronaca Prealpina 22 maggio 1923 

Gesti di carità. Il Principe Umberto tornò a Varese il 14 novembre 1926, questa volta in occasione dell'inaugurazione della Colonia Agricola Dandolo di Biumo superiore, un istituto “per piccoli derelitti”. 

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Cronaca Prealpina 16 novembre 1926

L'Onorevole deputato Edgardo Cavalieri, a nome del consiglio direttivo dell'Istituto, rese omaggio all'augusto ospite con parole che aiutano a tratteggiare il lato più umano del Principe Umberto: “Noi eravamo certi della Vostra presenza perché il cuore della Reggia è sempre fra il popolo e col popolo e Voi continuate la tradizione di bontà dell'Augusta Casa di Savoia. Voi avete voluto essere presente perché qui si celebra oggi un rito di bontà e si innalzano sulle opere materiali le insegne della carità e dell'amore”. Dopo la funzione religiosa venne scoperta la targa commemorativa che così recitava: “Oggi 14 novembre 1926 – S.A.R. Il Principe Umberto di Savoja – questa Casa ampliata per munificenza – del defunto Alfredo Leonino – riconsacra solennemente alle giovani energie d'Italia – perché nel loro lavoro sappiano realizzare – la potenza creatrice della stirpe”. Nel pomeriggio, lasciato l'ospizio, il Principe Umberto presenziò alla posa della prima pietra della sede dell'Asilo Infantile Veratti. I bambini recitarono una poesia e presentarono mazzi di fiori, accolti da Umberto con vivo apprezzamento. Un bambino, Francesco Gervasini, aggiunse spontaneamente: “Principe, ci saluti il Re e la Regina!”. Il Principe Umberto rimase sinceramente commosso e si chinò a baciare il bambino, mentre tutt'intorno si levò un nuovo scrocio di applausi. Benedetta dal Prevosto di Varese la prima pietra e firmata la pergamena redatta per l'occasione, il Principe depose la calcina sulla pietra interrata. Al suono della marcia reale intonata dalla banda municipale, tra le acclamazioni dei presenti, il Principe risalì in auto per la ripartenza, rinnovando gli auguri per l'opera ed esprimendo il suo compiacimento per le accoglienze ricevute.

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Prealpina illustrata dedica la prima pagina al Principe

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Prealpina Illustrata

Fugaci visite di svago. In quegli anni la popolarità di Umberto era all'apice: seguitissimo dalla stampa, se ne celebravano i modi, l'avvenenza, il look. Di certo era la figura più rappresentativa della famiglia reale, in grado di accendere l'entusiasmo delle folle, idolo d'amore delle fanciulle italiane anni Venti. A Varese, come abbiamo visto, era molto amato. Sappiamo dalle cronache locali che il Prince charmant venne i città in forma privata diverse volte, fermandosi dai Marchesi Litta Modignani. Passeggiando nel parco della loro residenza di villa Mirabello, il Principe non mancò mai di esprimere la sua ammirazione per Varese e per i panorami incantevoli e insuperabili che dall'alto del poggio di Mirabello poteva godere. Solitamente la cittadinanza veniva a conoscenza di queste sue visite estemporanee ed al passaggio dell'auto esplodeva con espressioni di affetto sincero e vibrante.

 

Fonti e immagini da: “Cronaca prealpina: gazzetta dei tre laghi”, per gli anni in esame.