Morte della Principessa Badiya: un Regno d'Iraq da non dimenticare

di Pietro Fontana

Il 9 maggio 2020, all'età di 100 anni, è morta, in esilio a Londra, la Principessa Hashemita Badiya bint Ali dell'Hejaz, ultima sopravvissuta della Famiglia Reale dell'Iraq al regicidio e massacro del 1958.

Badiya nacque a Damasco, in Siria, nel 1920, figlia dello Sharif Ali ibn al-Husayn, Re dell'Heyaz, un importante possedimento della Casa Reale Hashemita, che comprendeva i luoghi più Sacri all'Islam di Mecca e Medina. Non bisogna peraltro dimenticare che la dinastia degli Hashemiti vanta, tutt'oggi, una discendenza diretta dal grande Profeta Maometto.



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la Principessa Badiya da giovane © Wikimedia


Dopo aver lasciato questi possedimenti nel 1924, in seguito alla sconfitta contro la Casa dei Sauditi (che da allora regnano sul territorio, e sui luoghi sacri)  lei e la famiglia si trasferirono in Iraq, dove già regnava un altro esponente della loro casa reale, Re Ghazi I.


Qui, alla scomparsa di questo Re, il fratello di Badiya, Il Principe Abd Al-Ilah, servì come Reggente d'Iraq tra il 1939 ed il 1953, negli anni turbolenti della seconda guerra mondiale. Subì in questo periodo il golpe filo-nazista del 1941, che il Reggente combatté arruolandosi tra le truppe filo-britanniche della Legione Araba Transgiordana, rientrando poi gloriosamente a Baghdad.



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Il Principe Abd Al-Ilah ed il giovane Re Faysal II © Wikimedia


All'avvenuta maggiore età del Principe ereditario Faysal l'esperienza della reggenza terminò ed il Principe assunse del tutto le prerogative regie come Re Faysal II.


Divenuto Re, Faysal continuò comunque a tenere in alta considerazione i consigli dello zio Abd Al-Ilah e del Generale Nuri al-Said, più volte suo Primo Ministro, che avevano salvato l'onore della dinastia ed il paese durante la guerra.


Questo non bastò però a tenere salda la Corona Irachena, tacciata ormai di essere troppo legata alle potenze occidentali, ex coloniali, dato che col trattato di pace il paese risultò troppo dipentente dai liberatori britannici, permettendo a Londra di avere un cospicuo controllo sulla politica estera irachena ed una forte presenza militare nel territorio; da questo deriverà la prima insurrezione, la nota ribellione di Al-Wathbah, nel 1948.



La questione non migliorò affatto con la firma del Patto di Baghdad del 1955, parte del Northen Tier defence project di protezione del blocco occidentale nelle logiche della guerra fredda. Questo accordo in effetti era tanto caro alla strategia geopolitica della così detta pattomania del Segretario di Stato statunitense John Foster Dulles ma anche, invero, alle aspirazioni politiche britanniche nell'area mediorientale.



Il colpo di grazia fu infine la Crisi di Suez, quando, nel 1956, il Regno Unito tentò di mantenere il controllo sul noto canale egiziano, scontrandosi apertamente col leader del nazionalismo arabo Gamal abd el-Nasser, che diversi anni prima aveva già assestato un duro colpo alla politica filo-britannica deponendo, con la rivoluzione, il Re d'Egitto Faruq I. Questi peraltro si esiliò a Roma, che ricambiò al Sovrano egiziano il favore che egli fece a Re Vittorio Emanuele III ospitandolo nell'esilio del 1946 ad Alessandria d'Egitto.


Durante questa crisi il controllo inglese sulla politica estera irachena obbligò il Governo di Nuri al-Said a supportare l'intervento britannico, considerato retaggio dell'epoca coloniale, generando fortissime tensioni e malumori dentro e fuori dal paese.

Così la situazione iniziò a precipitare rapidamente ed alla prima occasione utile, nel 1958, la Monarchia venne fatalmente rovesciata da un golpe militare.


Re Faysal II aveva ordinato alla 3° Divisione del Regio Esercito Iracheno di andare in soccorso del vicino Regno di Giordania, dove era al trono il cugino Re Hussein d'Hashem, coinvolto nella Crisi Libanese.


La marcia del contingente militare sarebbe dovuta passare per la Capitale solo per questioni tecniche, ma al momento del passaggio da Baghdad il suo comandante, il Colonnello Abd al-Karim Qasim, leader della futura Repubblica che ne nacque, diede inizio alla Rivoluzione del 14 luglio.

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il Palazzo Reale di Rihab, si noti la corona sul portale © pinterest Haider Ibrahim


Re Faysal ordinò di non opporre alcuna resistenza al sopruso e stesso ordine diede anche alla Guardia Reale di stanza al Palazzo Reale di Rihab dove si trovava con la sua famiglia.


Nonostante ciò, alle otto del mattino il Capitano Abdul Sattar Sabaa Al-Ibousi irruppe a Palazzo e ordinò alla Maestà del Re, al Principe Abd Al-Ilah ed al resto della Famiglia Reale di non opporsi e di radunarsi nel giardino antistante il Palazzo Reale.


Quando giunsero sul posto, alla Famiglia Reale fu ordinato di mettersi al muro, per venire poi sommariamente fucilata tramite raffiche di mitra.


Tra il Re , il Principe Abd-Ilah (fratello di Badiya) e sua moglie Hiyam stavano anche le Principesse Nafeesa (madre di Badiya) ed Abadiya (sorella di Badiya), altri familiari ed anche parte del corpo di servizio del palazzo. Così nascerà la Repubblica d'Iraq, il cui ultimo leader sarà Saddam Hussein.


La Principessa Badiya si salvò solo perché non era presente a Palazzo in quelle ore drammatiche. Udì però gli spari da un altro balcone dove si trovava e quando apprese dell'assassinio della famiglia fece giusto in tempo a riparare all'Ambasciata saudita col marito ed i figlioli, riuscendo così, da ultima Reale Irachena, a lasciare indenne il paese, per non farvi più ritorno.


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la Principessa Badiya, pochi mesi fa © insta.royal_and_noble_families


Nel 2002, la Principessa pubblicò un libro, "Memorie di una Erede ai Troni" (intendendo i troni iracheno/siriano e giordano), a cura dell'On. deputato iracheno Faiq Al Sheikh Ali. Tenne sempre fede alla Real Casa ed alla Monarchia, come al suo Paese, nella grande dignità del suo esilio.


La sua morte, questo 9 maggio 2020, nella freddezza dell'esilio londinese, segna così l'ultimo addio a quella Famiglia Reale d'Iraq così tristemente scomparsa in quella turbolenta Baghdad del 1958.


Queste le parole dell'attuale Primo Ministro dell'Iraq, Mustafa al-Kadhimi, in memoria della Principessa.

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il tweet del premier iracheno


Continua per lei la lotta il Principe Ali Bin al-Hussein d'Hashem, suo figlio, che oggi guida a Baghdad il Movimento per il ritorno alla Monarchia Costituzionale, anche se le leggi dinastiche parrebbero indicare a capo della casa i lontani cugini il Principe Ra'ad bin Zeid e Zeid Raad Al Hussein d'Hashem, suo figlio; questi è un noto diplomatico ed ambasciatore giordano, nonché sesto Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Tutti loro rappresentano oggi le vestigia ed il ricordo della Monarchia d'Iraq.


Vogliamo ricordala così, e citando uno dei motti storici di Casa d'Hashem:
من يطلب الدعم والارشاد من الله
A chi cerca la guida e il sostegno di Allah