Cibo da Re

di Eleonora Vicario

Vogliamo dare per assodato che la pizza Margherita sia nata come omaggio alla Regina Margherita da parte di un pizzaiolo napoletano: nel 1889 Raffaele Esposito della pizzeria Brandi di via Chiaia, si dice che preparò una pizza utilizzando gli ingredienti che avevano gli stessi colori della bandiera italiana: pomodoro, basilico e mozzarella, proprio per la Regina, ospite in quei giorni nella Reggia di Capodimonte.

Veniamo ora a scoprire che anche Vittorio Emanuele III amava la pizza.

Grazie alle ricerche di Domenico Musci1 sappiamo che Amedeo Pettini, nato nel 1873 e divenuto nel tempo Capocuoco del Re, scrisse due ricettari: il Manuale di cucina e pasticceria nel 1914 e le Cento ricette del cuoco del re nel 1933. Scopriamo anche che la pizza che questo cuoco preparava - evidentemente anche per S.M. - veniva impastata con il burro, invece che con lo strutto o l’olio come si faceva a Napoli, e non veniva cotta al forno ma direttamente sul fuoco, dentro un padellino incoperchiato; solo negli ultimi due minuti veniva passata in forno. Si serviva condita in diversi modi ma più spesso con pomodoro, acciughe, mozzarella, parmigiano, origano e prezzemolo.

Ancora Musci descrive “la storia d'Italia attraverso i menu di Casa Savoia”2, una raccolta accurata di fotografie di menu stampati in occasioni storiche, in pranzi privati, in occasione di matrimoni o per illustri ospiti; menu eleganti, scritti con grafie accuratissime, con decorazioni liberty o semplicemente con gli stemmi reali, che venivano posti davanti ad ogni commensale.

Il marchese Louis de Cussy, intendente di Napoleone, ci tramanda in uno scritto che “il capocuoco conserva sempre una copia dei suoi menu, che costituisce la prova della sua capacità, la cronaca delle sue fatiche e delle sue vittorie”.3

Insieme alla storia di vari cuochi “blasonati”, Musci riporta ricette antiche, complesse, con alcuni ingredienti oggi difficilmente reperibili e con un breve elenco di fornitori reali. Quindi descrive “lo spettacolo della tavola”, l'eleganza, la formalità, l'utilizzo di stoviglie preziose: porcellane dei migliori artigiani europei, raffinate argenterie per lo più del periodo di Carlo Felice e Carlo Alberto, cristallerie delicatissime, apparecchiate con regole codificate; la magnificenza dei centrotavola, la cura nell'accoglienza dell'ospite segno di rispetto e del piacere di riceverlo. Un ruolo di rilievo era, anche nei pranzi, quello del prefetto di palazzo che aveva il compito nevralgico di stabilire i posti a tavola dove si sarebbero potuti provocare seri incidenti diplomatici.

Il viaggio di Musci inizia citando i numerosi piatti dedicati a Casa Savoia già dal XIII secolo (Gattò alla Savoiarda, Zuppa di piselli alla savojarda, Pollastra alla R.M....). L'11 Marzo del 1960, con un plebiscito, la Toscana entra nel Regno d'Italia e Vittorio Emanuele II, il 16 Aprile, entra a Firenze: troviamo il menu del pranzo a corte di quel giorno. Altra giornata importante è quella delle nozze fra il Principe Umberto e Margherita, il 24 Aprile del 1868 e qui il menu è decorato dalla litografia Junck di Torino:

il monogramma è posto in evidenza su un piedistallo ed è contornato da trionfi di selvaggina, pesci, festoni di frutta tra i quali svolazzano vivi una pernice e un fagiano. Un amorino alato porge un vassoio con il dolce, mentre sullo sfondo una caraffa d'argento per il vino e un'alzatina a tre piani con il dessert, invitano alla festa.4

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24 Aprile del 1868, Torino 

Festeggiamenti per le nozze di Umberto e Margherita 

Altri pranzi, altri menu e si arriva al 6 Maggio 1883 con il rientro dal viaggio di nozze di Tommaso, Duca di Genova con Maria Isabella figlia di Adalberto di Baviera.

L'evento è seguente al matrimonio che si è svolto il 14 aprile precedente nel castello reale di Nymphenburg (Monaco): abbiamo memoria di questa cerimonia nelle pagine di Menu tra storia e arte di Livio Cerini di Castagnate.5

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6 Febbraio 1911 

 Pranzo in onore dello Zar Nicola II

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27 Febbraio 1911, Roma

Pranzo in onore del Re Alberto I del Belgio

Seguono i pranzi in onore dello Zar Nicola II, 6 Febbraio 1911, del Re Alberto I del Belgio, 27 Febbraio 1911 e qui siamo alla fine del Liberty che ancora appare nelle decorazioni sui menu con fiori, tralci, colori brillanti che diventano più austeri per le nozze della Principessa Giovanna con Re Boris di Bulgaria o per il matrimonio della Principessa Mafalda con il Principe Filippo d'Assia il 23 Settembre 1925, che è decorato dai loro stemmi sorretti da leoni rampanti e sormontati dalla corona.

Due nastri svolazzanti riportano sia il luogo che la data contribuendo alla ricchezza della decorazione.6

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23 Settembre 1925, Racconigi

Nozze S.A.R. Mafalda di Savoia e Principe Filippo d'Assia

Ancora più essenziale la decorazione del menu dell'8 Febbraio 1930 per il festeggiamento a Torino per il Principe Umberto e la Principessa Maria Josè, a un mese dal loro matrimonio.

Una nota a penna sul retro del menu “Casa S.A.R. Il Duca di Genova”, ci svela che il pranzo si svolge nel Palazzo Chiablese, la compilazione in termini francesi, in questo periodo di assoluta italianizzazione, è chiaramente un riguardo alla novella sposa.7

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8 Febbraio 1930, Torino

Umberto e Maria Josè festeggiati a Palazzo Chiablese

Nell'intimità però, a Corte si mangiava con le abitudini di ogni famiglia:

Carlo Alberto mangiava quasi sempre in bianco per evitare i problemi di acidità, il figlio ai pranzi ufficiali non toccava mai neanche una portata per poi cenare in privato con la Bela Rosin, Umberto I inzuppava a fine pasto il pane nel caffè e consumava solo l'insalata che coltivava personalmente sul balcone della sua camera da letto al Quirinale, mentre la regina Elena amava cucinare in privato per la propria famiglia, tanto che ancora oggi i suoi nipoti ricordano i minestroni della nonna8.

Però, l'educata formalità sicuramente non mancava anche nei pranzi più intimi: dovremmo riscoprirla.

1 “Il cuoco del re. Vita e ricette di Amedeo Pettini”, Torino, 2013

2“Abbuffate reali - a storia d'Italia attraverso i menu di Casa Savoia, Torino 2021

3id. pg. 9

4id. pg. 61

5id. pg. 77

6id. pg.132

7id. pg. 143

8A tavola con i Savoia, le porcellane e gli argenti dei re d'Italia, di Alessandro Sala in Marina Minelli, 2016