Giovanni Verga e “I Malavoglia” nel suo tempo, si può parlare di ecologismo letterario? (Parte seconda))
Prima di approfondire la tematica verista e le caratteristiche del romanzo in esame, è necessario procedere, a scopo introduttivo, ad una rapida analisi bibliografica e biografica dell’autore Giovanni Verga.
Biografia e bibliografia dell’autore.
Giovanni Verga nacque il 31 agosto 1840 a Catania, da una nobile famiglia di Vizzini. La sua formazione venne affidata ad Antonio Abate1, il quale lo indirizzo, tra i primi, al mondo della letteratura. Anche se il giovane Verga non acquisisce una vera base filologico – letteraria, i testi a cui deve la sua ispirazione e formazione risultano essere quelli della letteratura francese, principalmente i romanzi di Dumas (padre e figlio) ed Eugène Sue. Tra il 1856 e il 1857 scrisse il suo primo romanzo storico, anche se rimasto inedito: Amore e Patria. Questo primo tentativo letterario ebbe come sfondo la rivoluzione americana.
Nel 1857 si iscrive alla facoltà di legge all’Università di Catania, ma la passione per la letteratura lo portò ad abbandonare gli studi nel 1861 per dedicarsi alla pubblicazione del romanzo I carbonari della montagna che verrà edito l’anno successivo (Verga, in questo romanzo, mette in luce il suo ideale patriottico narrando dell’opposizione della carboneria calabrese a Gioacchino Murat). Con l’abbandono degli studi universitari, il giovane autore troverà l’ispirazione per fondare, insieme a Niccolò Niceforo ed Antonio Abate, la rivista di stampo patriottico: Roma degli italiani che ebbe però scarso successo. Fonderà, inoltre, altre riviste quali Italia contemporanea2 e L’indipendente. Nel 1863 pubblicherà sulla rivista fiorentina La nuova Europa il suo romanzo Sulle lagune, anch’esso di ispirazione patriottica3.
Nel 1865, in una Firenze appena divenuta capitale del Regno, Verga trova spazio e modo per allontanarsi dalla provincia catanese. Il trasferimento a Firenze, divenuto permanente solo nel 1869, è dettato anche dal carattere della città, centro di cultura tra i principali in Italia. In una Firenze colta e mondana ha occasione di frequentare i principali caffè culturali dove incontra i più rinomati intellettuali dell’epoca. Nel 1865 viene scritto anche il romanzo Una peccatrice, edito l’anno successivo (opera ripudiata in seguito dall’autore, ma ripubblicata nel 1893 contro il volere dello stesso). Nel 1869 imposta, per poi abbandonare, il romanzo Eva ed inizia a comporre il primo romanzo che lo porterà al successo: Storia di una capinera, edito poi nel 1871 in versione completa4 con introduzione a cura di Francesco Dell’Ongaro. Solo nel 1873 riuscirà ad ultimare e pubblicare il romanzo Eva, nello stesso anno lavorerà anche alla stesura dei romanzi Tigre reale ed Eros5.
Nel 1874, dopo una crisi dovuta al rifiuto della casa editrice Treves a pubblicare il romanzo Tigre reale, compone, in soli tre giorni, la novella Nedda, pubblicata poi il 15 giugno dello stesso anno sulla Rivista italiana di scienze, lettere e arti. La novella riscuoterà un successo notevole, inaspettato da parte dell’autore.
Nel 1880, l’editore Treves pubblica la raccolta Vita dei campi, raccolta di novelle tra cui emergono le celebri Rosso malpelo, La lupa e Cavalleria rusticana, quest’ultima musicata poi da Mascagni nel 1890.
Il 1881 sarà per Verga un anno molto impegnativo dal punto di vista letterario, dopo aver aderito alla corrente culturale verista nel 1880, infatti, nel 1881 Verga pubblica il più celebre dei suoi romanzi: I Malavoglia. Oltre alla pubblicazione del romanzo, in quell’anno vedrà la luce anche una seconda edizione della raccolta Vita dei campi, la stesura di due nuove novelle quali Malaria e Il Reverendo e l’inizio della stesura di Mastro-don Gesualdo. Nello stesso anno, Verga stringe rapporti con Federico De Roberto.
Nel 1883 vide la luce la raccolta delle Novelle rusticane e la novella Cavalleria rusticana, tratta da Vita dei campi, verrà adattata alle esigenze teatrali.
Con la pubblicazione ed il successo de I Malavoglia, inizia per Verga anche il declino letterario, le sue opere veriste, infatti, vengono accolte sempre più freddamente dal grande pubblico. L’uscita del romanzo Mastro-don Gesualdo (18896) ed il relativo successo rinfrancarono lo scrittore che riprese subito la progettazione dei romanzi La duchessa di Leyra e L’onorevole Scipioni, ma, nonostante questo, il ciclo de I vinti non verrà mai concluso.
Negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione del secondo romanzo del ciclo, Giovanni Verga pubblica le ultime due raccolte di novelle: I ricordi del capitano d’Arce (1891) e Don Candeloro e Co. (1894).
Durante la pubblicazione delle ultime due raccolte di novelle, nel 1893, Giovanni Verga fa definitivo ritorno in Sicilia, questo passaggio coincide anche con un vero e proprio cambiamento del suo carattere che risulterà essere sempre più scontroso e riluttante nei confronti della modernità.
Tra il 1907 ed il 1920, lo scrittore rallenta sempre più la sua produzione letteraria dedicandosi alla cura delle sue terre in Sicilia. Anche se la delusione derivata dallo scarso successo della sua produzione verista non lo abbandonerà mai, nel 1907, in una lettera destinata ad Edouard Rod, lo scrittore confesserà ‹‹io sto lavorando alla Duchessa››7. Nell’ottantesimo anno della sua vita, Giovanni Verga verrà nominato senatore del Regno d’Italia da Re Vittorio Emanuele III. Morirà il 27 gennaio 1922 nella sua casa di Catania in seguito a paralisi cerebrale.
1 Scrittore e patriota siciliano (Catania 1825 – Catania 1888), Antonio Abate fu anche cugino del Verga.
2 Su questa rivista pubblicherà la sua prima novella verista: casa da thè nel 1862.
3 In questo periodo (1860 – 1864) il giovane Verga risulta essere arruolato nella Guardia nazionale.
4 Venne già pubblicato a puntate l’anno precedente sulla rivista di moda Milanese La ricamatrice, di proprietà della stessa casa editrice che pubblicherà il romanzo completo, cioè Lampugnani editore.
5 Eros, romanzo con evidenti accenni alla scapigliatura milanese, verrà poi tradotto in tedesco.
6 Edito già l’anno precedente sulla Nuova Antologia in undici puntate.7 G. Verga, I Malavoglia, Oscar Mondadori, Milano, 2012, p. 41.