I primi documenti letterari in volgare italiano

di Michele D'Ambrosio

Tutti coloro i quali si siano imbattuti nello studio della storia della letteratura italiana avranno, almeno una volta, sentito dire che la letteratura italiana ha inizio con la Scuola siciliana presso la corte di Federico II (XIII sec.); questa affermazione è vera, anche se esistevano già i primi germogli letterari prima dell’avvento di questa Scuola.

Documenti letterali precedenti la Scuola siciliana

  • Il Contrasto di Rimbaut de Vaqueiras.

Databile attorno al 1190, questo componimento, scritto da un compositore provenzale, ha la fama di essere uno tra i primissimi documenti letterali scritti in volgare italiano (genovese). In questo testo, il volgare è utilizzato in maniera piuttosto dispregiativa e per rimarcare il distacco e la differenza sociale tra il giullare provenzale (il quale si esprime in lingua d’oc) e la popolana ligure (la quale si esprime in volgare genovese). Questo testo costituisce il primo tentativo di scrittura volgare in una lirica di stampo cortese, il contesto è il classico contesto cortese: il giullare, innamorato, decanta il suo amore alla persona amata, quest’ultima lo respinge.


Testo originale

Traduzione

Domna, tant vos ai preiada,

si· us platz q’amar me voillaz,
q’eu sui vostr’ endormenjaz,
car es pros et enseignada,
e toz bos prez autreiaz,
per qu·em plai vostr’ amistaz.

Jugar, voi no sei corteso
qe me chaidejai de zo,
qe niente no farò.
Ance fossi voi appeso!
Vostr’amia non serò,
Certo, ja ve scanerò,
provenzal malaurao!

Signora, vi ho tanto pregata

perché mi amaste, se lo volete.
Io sono vostro vassallo,
perché siete nobile ed educata,
e raccogliete in voi ogni buon pregio,
per questo desidero il vostro amore.

Giullare, voi non siete cortese
se mi chiedete questo,
che io di certo non lo farò.
Piuttosto foste voi impiccato!
Non sarò vostra amante,
certo, piuttosto vi scannerò,
provenzale maledetto!


Come si può notare nel testo sopra riportato, assistiamo all’utilizzo del doppio registro linguistico: la prima strofa, che riporta le parole del giullare provenzale, risulta scritta in provenzale, la seconda, pronunciata dalla popolana, in volgare genovese.


  • Il ciclo dei Ritmi.

Ritmo bellunese

Il Ritmo bellunese è anch’esso una delle prime testimonianze poetiche scritte in lingua volgare, databile attorno alla fine del XII secolo, esso narra di una vittoria militare di Belluno e Feltre contro Treviso. Di seguito il testo composto da quattro versi e contenuto in un testo latino.

Testo originale

                                          


De Castel d'Ard avì li nostri bona part.
I lo getà tutto intro lo flumo d'Ard.
Sex cavaler de Tarvis li plui fer.
Con se duse li nostre cavaler.


              

Traduzione

Di Castel d'Ardo ebbero i nostri buona parte, 

e lo gettarono tutto dentro il fiume d'Ardo. 

Sei cavalieri di Treviso i più armati, 

con sé li scortarono i nostri cavalieri.i


Oltre alla caduta vocalica in fine di parola, tipica della parlata settentrionale (part, Ard, cavaler, Tarvis, fer), in questo esempio possiamo notare la costruzione verbale del veneto moderno nell’utilizzo del verbo i lo getà (oggi più frequente nelle forme i lo gà getà o i l’à getà).

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Ritmo bellunese

Ritmo laurenziano

Il Ritmo laurenzianoii (Salv’a lo Vescovo senato) costituisce una delle prime testimonianze poetiche scritte in volgare toscano, esso risale al periodo tra il XII ed il XIII secolo ed è, molto probabilmente, opera di un giullare. Lo scrivente si rivolge al Vescovo di Pisa Villano Villani elogiandolo nella speranza di ottenere in dono un cavallo e poterlo mostrare al vescovo di Volterra Galganoiii. Il testo in esame è contenuto in un codice laurenziano. Se ne riporta un estratto:


[…]

Se mi dà caval balçano,
monstreroll'al bon Galgano,
al Vescovo volterrano
cui bendicente bascio lamano.

[…]


L’intero testo è scritto in ottonari e novenari ed è suddiviso in tre strofe (questo dimostra la chiara intenzione che avesse lo scrivente di scrivere in versi). Le rime sono tutte uguali (come evidenziato nel frammento riportato) e cambiano al cambiare della strofa; fa eccezione l’ultima strofa che è scritta in rima imperfetta.

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Ritmo laurenziano

Ritmo cassinese

Anche il Ritmo cassinese è una produzione giullaresca databile a fine XII secolo. Esso proviene dall’abazia di Montecassinoiv e mette in scena la diversa concezione del mondo che emerge in un dialogo tra un uomo occidentale ed un uomo orientale.


Testo originale

Traduzione

Ai, dumque pentia null'omo fare

[en] questa bita regnare,

deducere, deportare?

Mort'è, non guita gustare,

cumqua de questa sia pare.

Ma tantu quistu mundu è gaudebele,

ke l'unu e ll'altru face mescredebele!


(vv. 20 – 26)


Ah dunque, qualcuno pensa di far

trionfare in questa vita

divertimento e sollazzo?

È morire, non gustare la vita,

qualunque vita simile a questa così godereccia.

Ma questo mondo è così piacevole

che induce l'uno e l'altro a non credere.

Il componimento, intero, è costituito da 96 versi ed è suddiviso in strofe di diversa lunghezza. Anche in questo caso siamo in presenza di monorima nelle singole strofe.


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Ritmo cassinese

Giunti a questo punto della trattazione, possiamo davvero dire di essere arrivati alle porte della letteratura in lingua italiana. Nel prossimo scritto, lo scrivente tratterà della prima vera e propria poesia in volgare italiano la Laudes Creaturarum di San Francesco d’Assisi, nota anche come il Cantico delle Creature. Da questo componimento in poi cominceranno le fortune della letteratura italiana.

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iTraduzione a cura di Arrigo Castellani

iiConosciuto anche come cantilena giullaresca

iiiSecondo l’interpretazione di B. Migliorini riportata in Storia della lingua italiana,Sansoni, Firenze, 1971

ivConservato nel manoscritto 552 – 32 dell’abazia di Montecassino

Bibliografia

  • Marazzini Claudio, La lingua italiana – profilo storico, Bologna, Il Mulino, 2002

  • Corrado Bologna, Paola Rocchi, Rosa fresca aulentissima – Vol. 1, Milano, Loescher, 2015