Il Gran Teatro la Fenice

«La Nobile Società del nuovo Teatro da erigersi in Venezia sopra il fondo acquistato nelle contrade di Sant'Angelo e di Santa Maria Zobenigo ha incaricati i suoi presidenti ed aggiunti di procurarsi disegni e modelli» ... invitando «a concorrenza tanto gli architetti nazionali che forestieri a proporre la forma di un teatro ... il più soddisfacente all'occhio ed all'orecchio degli spettatori...».

Queste alcune righe del bando di concorso per la costruzione del Gran Teatro la Fenice di Venezia, pubblicato il 1° Novembre 1789. Il documento stabiliva tra l’altro che la costruzione avrebbe dovuto prevedere cinque ordini di palchetti. Una chiara scelta di campo a favore delle «piccole logge secondo il costume d'Italia», un allestimento che puntava a raggiungere un’eccellente visibilità insieme a una superba acustica.

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La costruzione del nuovo teatro veneziano fu decisa in seguito ad una vicenda giudiziaria che aveva estromesso la “Nobile Società dei palchettisti” dal precedente possesso del Teatro San Benedetto edificato in campo San Luca. La società si propose di costruirne uno nuovo e più grande di quello perduto, dandogli, appunto, il nome di “Gran Teatro la Fenice”, dal mitologico uccello in grado di risorgere dalle sue stesse ceneri. Un veritiero presagio per il futuro di un importante centro della cultura lirica italiana distrutto dalle fiamme la prima volta il 13 Dicembre 1836 e la seconda volta il 29 Gennaio 1996.

Edificato nel sestiere San Marco, in campo San Fantin, Il Gran Teatro la Fenice è stato inaugurato il 16 Maggio 1792, con “I giuochi di Agrigento” di Giovanni Paisiello, sul libretto del Conte Alessandro Pepoli. La Fenice è oggi uno dei principali teatri lirici italiani, nonché uno dei più prestigiosi al mondo. Nel corso del XIX secolo il teatro è stato sede di numerose prime di opere di grandi compositori italiani come: Gioacchino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. Proprio “La Traviata” del Maestro di Roncole di Busseto, un’opera che ebbe in seguito un grande successo, sarebbe stata sonoramente fischiata nella prima messa in scena nel teatro veneziano.

La Loggia Reale della Fenice, punto di vista privilegiato per osservare tutto il grande teatro, con le poltrone coperte di velluti rossi e le file dei palchi colmi d’importanti personaggi dell’aristocrazia italiana, ebbe una storia a sé perché fu distrutta durante la sollevazione popolare nei moti del 1848, in quanto simbolo dell’oppressione austriaca. In quell’occasione furono costruiti sei palchetti al posto del Palco Reale. Nel 1849, tornato al potere il Governo austriaco, venne da questo ordinato di ricostruire la loggia nella precedente forma.


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Il palco Reale con i suoi grandi stucchi dorati che si rincorrevano verso il soffitto tra specchi e tende di velluto, in un tripudio del Barocco imperante in quell’epoca, accoglieva i regnanti e gli importanti ospiti stranieri in visita alla città lagunare per assistere a una rappresentazione della lirica italiana. Tra questi velluti e specchi bizzarri, nel novembre del 1856, in occasione della loro prima visita a Venezia, una città della provincia dell’Impero, fece il suo ingresso a teatro la coppia imperiale composta dall’Imperatore Francesco Giuseppe e dalla sua consorte: l’Imperatrice Elisabetta di Baviera, ancora oggi meglio nota come Sissi grazie alla trasposizione cinematografica della sua vita. I film, una trilogia che ebbe grande successo negli anni 50, raccontavano di una giovane Principessa, interpretata dall’attrice Romy Schneider che, grazie alla sua audacia, salvò la coppia reale da un’imbarazzante situazione, attirando su di sé la simpatia e la benevolenza dell’aristocrazia italiana, contraria all’occupazione austriaca.

Questo è quanto ci racconta Ernest Marischka, il regista dei film dedicati all’Imperatrice, ma la realtà sembra sia stata diversa; prima del suo matrimonio con Francesco Giuseppe d'Austria, avvenuto quando la giovane aveva quindici anni, il suo titolo era: "Elisabetta di Wittelsbach, duchessa di Baviera", dopo il matrimonio divenne "Elisabetta, Imperatrice d'Austria", e non si chiamò mai "Sissi". La maggior parte delle scene del film sono di pura invenzione.

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Il palco Imperiale della Fenice fu inoltre il luogo dove, per la prima volta, incoraggiato dal padre Umberto I di Savoia Re d’Italia e dalla madre Margherita di Savoia, Regina Consorte, complici le famiglie reali di mezza Europa, s’incontrarono Vittorio Emanuele III, allora Principe di Napoli e la Principessa Ylenia di Montenegro, poi divenuta Elena. I due futuri Reali d’Italia si conobbero in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia, nel gennaio del 1895. Il giovane Vittorio Emanuele, prima di allora contrario alle unioni programmate, fu colpito dalla bellezza slava della Principessa dagli occhi di “daina ferita”. Ne nacque una coppia reale da molti definita “una coppia perfetta”.

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L’incendio del gennaio del 1996 mise fine a più di duecento anni di storia turbolenta del Gran Teatro la Fenice di Venezia, passato tra moti rivoluzionari di una Nazione in cerca di se stessa e incendi devastanti che l’hanno rasa al suolo, rinascendo ogni volta dalle sue ceneri come presagiva la storia mitologica dell’uccello di fuoco di cui porta il nome. L’inaugurazione del nuovo teatro, avvenuta il 14 Dicembre 2003 con un’esibizione dell’Orchestra e il Coro del Teatro la Fenice, diretti del Maestro Riccardo Muti, ha dato il via al nuovo corso del rinato teatro lirico, in onore del bel canto e della buona musica del nostro Paese.