Il profondo legame tra Milite Ignoto e Corona

di Pietro Fontana

 

Il Milite Ignoto suscita, o dovrebbe suscitare, in ognuno di noi, un profondo sentimento di rispetto e di gratitudine verso tutti coloro i quali, durante la Grande Guerra così come in tutte le altre nostre guerre, diedero la vita per l’Italia, permettendoci di vivere difesi nell’onore, nella libertà, nella giustizia e nei nostri altri diritti. Quell’estremo sacrificio, unito alla triste consapevolezza dei tanti lutti, delle ingiustizie e dei dispersi, di cui le madri e le famiglie non hanno avuto più riscontro, sia per tutti noi il monito non solo di quanto triste sia la guerra, ma anche dell’apice a cui l’animo umano può spingersi nel sacrificio per un bene supremo come la fraterna comunità nazionale. 

Così, alla fine della Grande Guerra, che per noi fu anche la IV Guerra d’Indipendenza, fu proposta la tumulazione di un soldato disperso, senza nome, che rappresentasse il sacrificio di tutti i caduti, specialmente di chi non fu più ritrovato. Tale proposta arrivò per la prima volta in Italia dal generale Giulio Douhet, padre morale dell’Aeronautica italiana che, in congedo alla fine della guerra, aveva fondato l’Unione nazionale Ufficiali e Soldati (UNUS) scrivendo nel 1920 sul suo organo di stampa “Il Dovere”, quanto segue: 

“Tutto sopportò e vinse il Soldato […] perciò al Soldato bisogna conferire il sommo onore, quello cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare neppure nei suoi più folli sogni di ambizione. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba alla stessa altezza dei Re e del Genio. […] Tutti i cittadini debbono fare ala alla via trionfale unendosi in un unanime senso di elevazione ideale nel comune atto di riverenza verso il Figlio e il Fratello spentosi nella difesa della Madre comune” 

All’altezza quindi del Genio (Raffaello Sanzio, che al Pantheon ha un cenotafio) e di Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, coi suoi Reali Successori in quanto il Pantheon è divenuto, con la sua tumulazione, il Sepolcro dei Re d’Italia. La basilica ancora attende, difatti, le spoglie mortali di Umberto II così come di Vittorio Emanuele III, il quale subito sostenne la proposta del Milite Ignoto. 

Alla fine però, come sappiamo, non fu scelto il Pantheon. Il 20 giugno 1921 il Ministro della Guerra On. Giulio Rodinò, il Presidente del Consiglio On. Giovanni Giolitti e il Ministro del Tesoro On. Ivanoe Bonomi presentarono il DDL “Sepoltura della salma di un Soldato ignoto”, il quale venne approvato sia alla Camera che al Senato, dove intervenne anche Armando Diaz, Duca della Vittoria. Fu quindi sanzionato per firma dal Re Vittorio Emanuele III l’11 agosto e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia il 20 agosto. 

Questa legge indicava non il Pantheon, ma la sepoltura che tutti noi oggi conosciamo. Tuttavia il “sommo onore” di riposare nel luogo degno di un Re fu comunque preservato con la tumulazione in quello che sarebbe stato chiamato d’allora in poi “Altare della Patria”. Vero nome di questo sacro monumento patrio è infatti “il Vittoriano” in quanto costruito per celebrare il Padre della Patria, Vittorio Emanuele II, e con lui tutto il ciclo del Risorgimento. Il monumento è ancora oggi caratterizzato dalla colossale statua equestre in bronzo del Re, ma ciò che forse è meno noto è che Vittorio Emanuele II doveva proprio esservici sepolto, prima che il Comune di Roma proponesse, con successo, l’antica basilica del Pantheon. Il nostro Milite Ignoto riposa dunque nella tomba che era stata incavata per la suprema dignità del Re e Padre della Patria.

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La tomba del Milite Ignoto, che doveva essere di Vittorio Emanuele II, il giorno della sigillatura

Il monumento a Vittorio Emanuele II fu iniziato sotto il regno del figlio Umberto I e solennemente inaugurato dal nipote Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911, nel contesto delle celebrazioni per i 50 anni dell’ Unità d’Italia. Ora lo stesso nipote si apprestava a rendere simbolicamente questo sepolcro familiare alla Patria per la tumulazione del Milite Ignoto. Lui, Vittorio Emanuele III, detto “Re Soldato” non per il suo ruolo allo Stato Maggiore in qualità di Comandante Supremo delle Armate ma per la sua costante presenza nel pericolo delle posizioni inoltrate delle trincee durante la guerra, nella quale si potrebbe non a torto vagheggiare che avesse fors’anche conosciuto di persona quel Soldato sconosciuto del quale, come Re, si apprestava ora a celebrare la solenne tumulazione.

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Il sarcofago del Milite Ignoto con bandiera,  fucile ed elmetto

Secondo l’approvata legge citata poc’anzi, la salma del soldato ignoto fu scelta da Maria Bergamas tra diverse salme nei pressi del fronte, alla Basilica di Aquileia, accasciandovici per il dolore della perdita del figlio in guerra, il cui corpo non era stato ritrovato. La salma partì quindi per Roma in un lungo, lento, viaggio celebrativo a bordo del famoso treno preparato per l’occasione, arrivando nella capitale la mattina del 2 novembre 1921. Alla Stazione Termini la salma fu accolta personalmente dal Re, dal Governo, dallo Stato Maggiore e da una folta rappresentanza di popolo. 

Posta su un affusto di cannone circondato da decorati con Medaglia d’Oro al Valor Militare, la bara fu trasportata alla Basilica di Stato, la Basilica di Santa Maria degli Angeli in piazza Esedra. Il Re, che già aveva rifiutato il conferimento a sé stesso della Medaglia d’Oro al Valor Militare offertagli dal Governo affermando “Non ho conquistato alcuna quota difficile; vinto nessuna battaglia, non ho affondato alcuna corazzata; compiuto alcuna gesta di guerra aerea”, rifiutò pure di giungere in Basilica con la carrozza reale come indicato dal protocollo preferendo, come ogni cittadino, seguire a piedi la processione della bara.

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Vittorio Emanuele III segue a piedi il feretro del Milite Ignoto

Dopo un giorno, affinché la popolazione potesse rendere omaggio alla camera ardente del Milite Ignoto, la salma venne ricollocata su un affusto di cannone e trasportata, lungo Via Nazionale, verso il Vittoriano, dove era attesa dal Re, dal resto della Famiglia Reale e dalle Alte cariche dello Stato insieme a decorati, mutilati e vedove. Era il 4 novembre 1921, terzo anniversario della Vittoria (data della capitolazione dell’Austria-Ungheria a Villa Giusti) per Regio decreto “dedicato alla celebrazione delle onoranze del Soldato ignoto”. Il Re esigé che i tamburi risuonassero a lutto come nelle celebrazioni che il protocollo prevedeva per le cerimonie funebri dei Re d’Italia. 

L’estremo omaggio al Milite Ignoto fu reso dal saluto militare offerto dai presenti e, su tutti, dal “Re Soldato” il quale superò i suoi doveri istituzionali, legandosi nel profondo della sua esperienza al fronte al suo Milite.

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Il saluto di Sua Maestà il Re al Milite Ignoto un attimo prima della sigillatura

Prima che il sepolcro fosse sigillato per sempre, il Re posò sulla bara di quel soldato la Medaglia d’Oro al Valor Militare che gli aveva personalmente conferito con motivazione:

Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la Vittoria e la grandezza della Patria

Ali di popolo resero poi il loro intimo omaggio al caduto. 

Questa è la storia del profondo legame, della suprema dignità di Re, accordata in Italia dalla Corona al Milite Ignoto. Un’unione quasi mistica che il giuramento di ogni soldato ricordava nella formula del “bene indissolubile del Re e della Patria” nel cui nome caddero i molti che per noi diedero la vita sul fronte della Grande Guerra. Ciò non dovrebbe essere mai dimenticato, specie nel Centenario della solenne tumulazione. 

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Un attimo prima della sigillatura della tomba del Milite Ignoto

L’Italia non è peraltro l’unico paese dove è affiorato un legame di questo tipo. L’esigenza, conscia o inconscia, di ricollegare questo supremo sacrificio all’altezza dei Re fu anzi diffuso in tutto il Vecchio continente. 

Nel Regno Unito l’ “Unknown Warrior” (Guerriero sconosciuto) riposa dal 1920 presso la Cappella di San Giorgio dell’Abbazia di Westminster a Londra con la precisa volontà di tumularlo “Tra i Re”. La Cappella, infatti, costituisce il Sepolcro dei primi Sovrani britannici. La bara era fasciata di ferro e sulla sommità era stata posata una spada da crociato personalmente scelta dal Re e Imperatore Giorgio V dalla “Royal Collection” (la Collezione reale) e sormontata da uno scudo di ferro.

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Rappresentazione della cerimonia,  Frank O. Salisbury. Si nota Giorgio V col lutto al braccio.

La lapide poi posta (unica della Basilica sulla quale è vietato passare sopra), ospita una lunga dedica su cui si legge: "Sotto questa pietra riposa la salma di un Milite britannico, ignoto per nome e rango, portato dalla Francia per riposare tra i più illustri della Patria e qui sepolto alla presenza di Sua Maestà Re Giorgio V, dei suoi Ministri di stato, dei Comandanti delle Sue forze e col vasto concorso della Nazione. Qui siano commemorate le schiere che durante la Grande Guerra consacrarono la propria Vita a quanto di più alto un uomo possa donare: Dio, Re e Patria. Per i propri cari e l’Impero. Per la sacra causa della Giustizia e della Libertà del mondo” per concludere, solennemente “Lo hanno sepolto tra i Re per il bene fatto di fronte a Dio e alla sua Patria”.

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Il sarcofago del Milite britannico all'Abbazia di Westminster prima della tumulazione

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Elisabetta II omaggia il Milite ignoto britannico

A questo sepolcro si ispirarono poi quelli del resto dei Reami del Commonwealth britannico come quello dedicato al Milite ignoto canadese nel 2000, quello dedicato al Milite Ignoto australiano nel 1993 e quello dedicato al Milite Ignoto neo-zelandese nel 2004. A Malta il cenotafio dedicato al Soldato sconosciuto fu inaugurato nel 1992 alla presenza della Regina Elisabetta II per celebrare il cinquantennio dal conferimento della George Cross per l’assedio subito in guerra dall'isola da parte del padre Giorgio VI.

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Il Milite ignoto canadese

In Belgio per la sede del Milite Ignoto è stata scelta la base della “Colonna del Congresso”, inaugurata dal primo Re belga Leopoldo I (la cui colossale statua svetta sulla sommità) per onorare la scelta del Congresso nazionale del Belgio di affidarsi nuovamente alla Monarchia, mitigata come “popolare” e “costituzionale” su modello del regno di Luigi-Filippo, dopo la rivoluzione-secessione. Il Soldato fu tumulato nel 1922 alla presenza di Alberto I dei Belgi, distintosi come “Re Cavaliere” o “Soldato” durante la guerra. 

In Francia il “Soldat inconnu” (Soldato sconosciuto) è sepolto sotto l’Arco di Trionfo a Parigi, dove riporta il titolo di “morto per la Francia”, non formula di rito ma vera e propria onorificenza istituita nel 1915 per i caduti. Anche in questo paese, alla fine della Guerra, venne proposta la tumulazione del Milite Ignoto al Panthéon di Parigi, sepolcro dei francesi più illustri costruito per volere di Re Luigi XV al fine di onorare la patrona della città. Tuttavia il Governo repubblicano aveva altri piani poiché in quell’anno ricorrevano i 30 anni della proclamazione della III Repubblica francese e al Panthéon aveva dichiarato di voler inumare il cuore del suo Primo Ministro Lèon Gambetta, difensore (seppur fallimentare) di Parigi durante l’assedio prussiano del 1870. La Camera dei deputati venne quindi costretta ad un compromesso optando per l’Arco di Trionfo, dove il Milite ignoto, scelto nel campo di battaglia di Verdun, fu ufficialmente inumato nel 1920 dal Presidente della Repubblica, con la legge sull’esilio a vietare qualsiasi partecipazione reale. Tuttavia, le leggi repubblicane non hanno potuto cancellare che l’Arco di Trionfo, voluto da Napoleone per festeggiare la sua vittoria ad Austerliz, fosse stato riconsacrato nel 1830 con un nuovo significato dall’ultimo Re francese, Luigi-Filippo d’Orléans, il quale, nel segno della riconciliazione nazionale, gli aveva attribuito già secoli prima il simbolo di tutti i caduti e in particolare di coloro che combatterono per la Francia tra il 1792 ed il 1815, che fossero rivoluzionari, monarchici o bonapartisti. Questo è quindi il significato più profondo celato dietro il Milite ignoto francese.

A suggellare tale legame ideale fu invitato nel 2018, centenario della Vittoria francese, Enrico di Borbone-Orlèans, legittimo Re di Francia col nome di Enrico V in successione di Luigi-Filippo.

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  Enrico (V) d'Orléans omaggia il Milite ignoto francese

In Romania, nel 1923, fu un dodicenne orfano di guerra a scegliere la bara del Milite Ignoto, che fu trasferita in treno dal fronte venendo accolta a Bucarest da Re Ferdinando I, detto “l’Unificatore” per il ruolo svolto per la Vittoria. Fu poi tumulato nel parco dedicato al primo Sovrano rumeno, Carlo I, alla presenza del Re, della Famiglia reale e delle Alte cariche dello Stato. La lapide recita “su queste ossa si poggiano le lande della Romania unita”. Nonostante la Repubblica sovietica successiva ne avesse rimosso la salma per rimpiazzarla con un monumento politico dove furono poi interrati i suoi leader dittatoriali, alla caduta del regime, nel 1991, il Milite Ignoto rumeno tornò dove fu collocato dal Re. 

In Jugoslavia, il monumento dedicato al Milite Ignoto delle guerre per l’indipendenza fu voluto da Re Alessandro I, che pose la prima pietra solo qualche mese prima del suo assassinio in Francia, nel 1934. Il Re aveva finanziato la costruzione del monumento a Belgrado anche coi fondi donatigli per le nozze con Maria di Romania, la Regina. Tutte le popolazioni della federazione jugoslava (ovvero gli “slavi del sud”: serbi, croati, sloveni, bosniaci e montenegrini) sono raffigurate nel monumento come cariatidi che rappresentano madri vedove nell'atto di sorreggere il sarcofago con la salma del Soldato sconosciuto, tumulato nel basamento del sacrario. Ancora oggi il monumento, conosciuto come Altare della Madrepatria, conserva l’iscrizione “Il Re Alessandro di Jugoslavia all’Eroe sconosciuto” ed è oggetto di celebrazione da parte della Serbia, Stato in cui oggi si trova.

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Monumento al Milite ignoto jugoslavo

Nonostante la forma repubblicana dello Stato, peraltro assai instabile politicamente, in Portogallo il “Soldado desconhescido” (Soldato sconosciuto) fu tumulato solennemente nel 1921 all’interno del chiostro dedicato a Re Giovanni il Buono, nel Monastero reale di Batalha, Sepolcro della dinastia portoghese degli Aviz, i primi Sovrani portoghesi. In Spagna invece, rimasta neutrale in guerra, non vi è mai stato un vero Milite Ignoto ma nel 1985 Re Juan Carlos I riconsacrò “a tutti coloro che diedero la vita per la Spagna” un antico obelisco innalzato tra 1820 e 1840 per onorare i “caduti del 2 maggio 1808” fucilati dal regime bonapartista di Murat che rifiutava il liberalismo della Costituzione di Cadice. 

Anche nei paesi d’Europa sconfitti non mancò l’animo per celebrare i propri caduti. Sorprendentemente la Repubblica austriaca consacrò il monumento al suo Milite ignoto di fronte al vecchio simbolo del potere imperiale ossia di fronte al Palazzo dell’Hofburg, nel “Kaiserforum” rinominato Piazza degli Eroi (“Heldenplatz”) tra le statue del principe Carlo d’Asburgo, Duca di Teschen, e del principe Eugenio di Savoia-Soisson, eroi nazionali. In Ungheria non vi è un vero sepolcro del Milite Ignoto ma un cenotafio in Piazza degli Eroi, a Budapest, inaugurato nel 1929 da Miklos Horty, Reggente per conto del Re Carlo IV d’Asburgo, Imperatore austro-ungarico, costretto all’esilio dopo la sconfitta. La lapide è circondata dalle statue dei più antichi sovrani ungheresi tra cui Santo Stefano, Ladislao I, Coloman, Andrea II, Bela IV, Carlo I, Ladislao IV e Luigi I. Altre statue, raffiguranti gli Asburgo, furono rimpiazzate dal regime sovietico nel Secondo dopoguerra ma erano presenti per il “Millennio ungarico” di fondazione del paese, nel 1896. In Germania la tumulazione del Milite Ignoto avvenne un paio d’anni prima dell’avvento del regime di Hitler, grazie all’architetto Heinrich Tessenow il quale, ostile al nazismo, venne poi allontanato dalla sua cattedra universitaria e confinato in campagna fino al Secondo dopoguerra. Come luogo era stato scelto un monumento “sotto i tigli” (dal nome del viale “Unter den Linden”, chiamato così per i tanti tigli piantati per volere del Grande elettore Federico Guglielmo Hohenzollen, Duca di Prussia, nel 1647): il “Neue Wache” (Nuova Guardia), monumento eretto su volontà del Re Federico Guglielmo III di Prussia nel 1818 non solo come sede della Guardia reale ma anche come monumento dedicato ai caduti delle guerre napoleoniche. Il significato si estese quindi successivamente a tutti i caduti tedeschi di tutte le guerre, inclusa quella di liberazione.

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Le fattezze originarie del Milite ignoto tedesco

In Germania quindi, come in Francia, come in Italia e in tutti i paesi d’Europa che hanno scelto di tumulare un Milite Ignoto alla fine della Grande Guerra l’onore profondo accordato a questo soldato risulta sempre legato, nel profondo, alla Maestà suprema ricercata nel simbolo della Corona alla quale si deve la nascita del paese.