Il ridisegno della città: le trasformazioni della struttura urbana dopo l’Unità d’Italia 5

a cura di Eleonora Vicario

Napoli, come tutto il Sud, non ha avuto solo "furti" dall'unificazione d'Italia, come si afferma polemicamente, e questo lavoro di Daniela De Crescenzo ce lo dimostra.


2.3.2 L’immagine della città dal mare: il quartiere di S. Lucia

Ancora al periodo del Risanamento, sebbene realizzato intorno al 1930, risale il progetto della colmata della spiaggia di S. Lucia con la costruzione dell’omonimo quartiere. La prima volta in cui appare il proposito di trasformare questa pittoresca zona è in occasione del concorso per il piano ordinatore della città bandito nel 1871. È del 1883 il progetto presentato al Comune dall’ing. Luigi Lops che, rielaborato due anni dopo in modo da far includere le opere previste nel piano di Risanamento e ampliamento, era articolato nei seguenti punti: 1) costruzione di una strada da via Caracciolo al Piliero (scartata immediatamente dalla Giunta perché attraversava la darsena e altre opere portuali della marina militare); 2) edificazione di un nuovo rione nelle aree ricavate dal mare per la colmata del tratto antistante la vecchia strada S. Lucia tra la salita del Gigante e il Castel dell’Ovo; 3) creazione al posto della primitiva spiaggia di un porticciolo attrezzato per la pesca ed il turismo.

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Il progetto prevedeva inoltre la formazione del borgo marinaro ai piedi del castello, la sistemazione di un mercato ittico e di una zona destinata alle attrezzature per il tempo libero. Il progetto della concessione Lops, che divideva le aree risultanti dalla colmata a mare in quindici lotti occupati da edifici intensivi, uno dei quali realizzato nel gusto di Coppedè, prevedeva la costruzione della via N. Sauro ed il collegamento con la via C. Console, rifletteva abbastanza fedelmente quanto fu poi successivamente realizzato in questa zona.
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Va detto che nel primo decennio del Novecento l’opera del Risanamento si limitava alla sola realizzazione del Rettifilo e del corso Garibaldi con l’edificazione lungo i lati di queste strade o nelle loro immediate vicinanze. E se ciò comportava in pratica la bonifica dei quartieri Porto, Pendino, Mercato e Vicaria, per ciò che concerne i quartieri d’espansione tutto era ancora da fare. Per la continuazione del piano di risanamento ed ampliamento nel suo complesso furono dunque necessarie altre leggi speciali, quella del 7 luglio 1902, del 5 luglio 1908 e del 25 luglio 1912.
Ma i criteri informatori per la realizzazione dei nuovi rioni di espansione furono dati con il piano regolatore della città redatto dall’ing. Francesco De Simone nel 1914 che, esprimendo chiaramente e per la prima volta il parametro della “zonizzazione”, può considerarsi uno dei maggiori contributi, sia pure a livello teorico, dell’urbanistica all’inizio del secolo.

dottoranda DANIELA DE CRESCENZO tutor prof. arch. ANTONELLA DI LUGGO

IL DISEGNO DI PROGETTO A NAPOLI DAL 1860 AL 1920 - GLI AUTORI, LE OPERE E LE TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE pg 43-44

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II