La Reggia di Colorno ...e i Savoia

di Eleonora Vicario

A pochi chilometri da Parma, costruito su una rocca del 1337, si trova il Castello di Colorno, inizialmente residenza dei Sanseverino, quindi dei Farnese, dei Borbone e dei Savoia i quali lo donarono al Demanio dello Stato Italiano con l'Unità d'Italia nel 1860.

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Il Castello, nel 1870, venne acquistato dalla Provincia di Parma che vi insediò l'Ospedale Psichiatrico provocandone ingenti danni, principalmente con la distruzione del teatro di corte, costruito su progetto di Ferdinando Galli Bibiena.

Fortunatamente rimangono ancora molte stanze riccamente affrescate, decorazioni a stucco e alcuni mobili rimasti dopo i vari trasferimenti in altre residenze.

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Oggi, all'interno dell'evento Parma Capitale della cultura 2020-21, nel Castello è presente la mostra: Le porcellane dei Duchi di Parma. Capolavori delle grandi manifatture del 700 europeo che racchiude, di nuovo riunite, buona parte delle porcellane appartenute al Palazzo e poi trasferite in altre residenze nel corso dei secoli, soprattutto nel periodo dei Borbone.

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Ranuccio II Farnese, dopo 1660, decise di fare del Castello la residenza estiva per sé e per l'intera corte restaurandolo e ampliandolo con la demolizione del muro e della torre, tipicamente militari, e la ricostruzione del lato verso il giardino dove furono collocati gli appartamenti del Duca e della Duchessa Margherita Violante di Savoia[1].

Colorno acquistò importanza per la famiglia regnante come centro della caccia, allorché Ranuccio II, figlio del Duca Odoardo e a lui succeduto nel 1646 sposò nel 1660 la principessa di casa Savoia, Margherita Violante, esperta e appassionata cacciatrice tanto che in tale veste si fece raffigurare in un dipinto, conservato ora a Roma nel Palazzo del Quirinale. Fu la Duchessa, scomparsa prematuramente di parto dopo tre anni di matrimonio, che indusse il marito a trasformare la rocca, sul modello delle residenze sabaude intorno a Torino[2].
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Margherita Violante di Savoia, nata nel Castello del Valentino, a Torino nel 1635, era la quinta figlia di Vittorio Amedeo I e di Cristina di Francia che avrebbe voluto darla in moglie al Re di Francia Luigi XIV. Questi si innamorò di Margherita ma il Cardinale Mazzarino lo convinse a sposare l'infanta di Spagna Maria Teresa per scopi politici.

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Margherita Violante sposò Ranuccio II Farnese, duca di Parma nel 1660 a Torino.  

L’11 agosto 1659 si stipulano i patti nuziali e nel mese di novembre dello stesso anno il duca di Parma si reca a Torino per conoscere la sposa. Tornato a Piacenza iniziano i preparativi per le nozze che si celebrano a Torino; lo sposo parte per la città sabauda seguito da uno stuolo di oltre trecento persone, fiore della nobiltà dei suoi stati. Il matrimonio viene celebrato a Torino il 29 aprile 1660 e il 15 maggio Margherita Violante di Savoia duchessa di Parma e Piacenza entra in Piacenza, che per l’occasione è illuminata da centinaia di falò e salutata dall’artiglieria.
Donna di rara bellezza amante della caccia alla volpe, Margherita Violante di Savoia riceve come dono dal marito una residenza degna del suo splendore, la Reggia di Colorno che diventerà poi Palazzo Ducale.

L’unico problema della coppia è la mancanza di un erede. Margherita Violante di Savoia, donna molto devota, con il marito si reca al Santuario della Madonna di Loreto per chiedere la grazia di un figlio, portando in dono addirittura due eleganti armadi in argento massiccio.

Le loro preghiere sono accolte e la duchessa rimane incinta poco dopo, ma partorisce una bimba nata morta; il 25 aprile del 1663 dopo tre anni di matrimonio nasce l’erede al trono, ma anch’egli non sopravvive che poche ore. Quattro giorni dopo, il 29 di aprile, anche Margherita Violante di Savoia duchessa di Parma e Piacenza muore a soli ventotto anni.

La duchessa è sepolta nella cappella sepolcrale nei sotterranei della chiesa della Steccata a Parma[3].

 

Alla mostra Le porcellane dei Duchi di Parma. Capolavori delle grandi manifatture del 700 europeo, viene abbinata anche la visita alle stanze della Reggia con una Guida istituzionale.

Sebbene la trasformazione dell'edificio sia dovuta inizialmente a Margherita Violante di Savoia, che la Reggia sia stata donata da Vittorio Emanuele II di Savoia al Demanio dello Stato Italiano, che i trasferimenti tra residenze erano iniziate già dai Borbone e che erano comunque consuetudine, la Guida ha pronunciato il nome “Savoia” solo per dire: “la Reggia fu poi espoliata dai Savoia”. (Sic!)



[1]    Le Porcellane dei Duchi di Parma – Capolavori delle grandi manifatture del '700 europeo – Reggia di Colorno, 2021 Grafiche Step, Parma

[2]    Guida alla Reggia di Colorno, Alberto Panciroli editore

[3]    https://www.torinoxl.com/15-novembre-margherita-violante-savoia/