L'abito tra noi e gli altri

di Eleonora Vicario

La scelta dell’abbigliamento, come argomento di costume, è stata ancora poco indagata anche se esistono diversi orientamenti per la sua interpretazione; quello che è necessario analizzare non è tanto il concetto funzionale dell'abito quanto quello sostanziale con le sue relazioni e i suoi significati. Non è solo il riflesso del periodo storico con i suoi mutamenti, le contraddizioni, le evoluzioni e le regressioni. E’ qualcosa di dinamico, correlato alla eterogeneità culturale, al luogo, al sesso, all’età, al livello economico dell’individuo che si veste ma soprattutto alla propria vita interiore. Contemporaneamente però si ritrovano sempre degli stereotipi culturali nel messaggio che ogni persona esercita, anche involontariamente, vestendosi per incontrare una persona conosciuta o meno e quindi per porsi al mondo, e questi segni sono presenti nella storia dell'abbigliamento indipendentemente dall'eleganza o dalla moda. La moda risponde al proprio bisogno di comunicare, senza linguaggio verbale, emozioni, desideri, appartenenza e per questo non va giudicata come superficialità o consumismo.

Esiste un linguaggio comune generico che ci porta ad indossare un tipo di abbigliamento se camminiamo per strada o se siamo a un incontro di lavoro o a una festa di compleanno o a un matrimonio e il nostro abbigliamento manifesta noi stessi, la nostra età, il nostro grado di eleganza, la nostra classe sociale, le nostre origini, i nostri gusti, il nostro stato d'animo, il nostro sesso, la nostra vena artistica; questo linguaggio è scambievole: io interpreto l'altro mentre l'altro interpreta me, in un primissimo approccio esclusivamente visivo, trasmesso dall'abbigliamento.

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S.A.R. Aimone di Savoia Aosta con la moglie S.A.R. Olga di Grecia

Il concetto di indossare un abito “adatto” dipende dal contesto, sicuramente, ma anche dal coinvolgimento emotivo dell'individuo stesso all'evento. E’ chiaro che ci sono delle varianti particolari come fuggire di casa in pigiama per un terremoto non crea lo stesso disagio che vedere arrivare una persona in pigiama a un matrimonio. Come nell'uso delle parole anche l'uso dell'abito fa distinguere una persona curata da una persona sciatta e anche la cura dell'igiene di un abito indica la rispettabilità che l'individuo mostra per se stesso e per l'altro: un abito spiegazzato o impataccato mostra molto più di una banale mancanza di igiene. Ritornando agli anni ’60, i “figli dei fiori” (hippie) mostravano però con il loro abbigliamento disordinato e anche sporco il loro disprezzo sociale; anche quella è stata una moda di “rappresentazione” del mondo interiore di una generazione che si è capovolta totalmente negli anni ’80 quando i giovani si caratterizzavano per essere “rampanti” (yuppie) sempre in giacca e cravatta. 

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La moda è un linguaggio e naturalmente non esiste un solo linguaggio, sebbene vi siano dei segni indecifrabili che sottendono sempre le nostre scelte; questo modo di comunicare non è soltanto limitato al vestito ma a tutto quello che ci copre: dalla pettinatura, al trucco, ai gioielli, ai tatuaggi tutto parla di noi come i guanti che negli anni ‘40 e ‘50 erano sempre indossati da una donna e non venivano tolti neanche per stringere una mano. 

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Dalla cura con cui si indossa un abito, il jeans fintamente strappato, la cravatta o la divisa militare, parliamo di noi prima ancora di emettere il primo suono dalla bocca. Anche un armadio scarno dà l'idea di chi indossa quell'abito perché dà l'indicazione del disinteresse della comunicazione di sé, della propria superiorità rispetto all'idea comune del vestirsi, della ribellione sociale, della sobrietà, della condizione economica, dell'essenzialità delle proprie scelte: caldo o freddo o coprirsi solo per decenza.

Ognuno di noi possiede un numero di capi di abbigliamento sicuramente in eccesso rispetto alle effettive necessità che sono quella del cambio stagione e dell'igiene del singolo capo. La motivazione può essere dovuta agli stimoli commerciali che spingono all'acquisto, al cambio di taglia che nel corso degli anni si può avere o all'avanzare dell'età (nonostante la moda tenti sempre di rappresentare la giovinezza e la dinamicità), al cambio delle mode o semplicemente al piacere di indossare ogni giorno qualcosa di adatto al proprio umore o alle proprie idee e sceglieremo sempre quegli abiti che rifletteranno noi stessi, indipendentemente da quanto pubblicizzato nelle riviste o in televisione. È evidente che più formata è la personalità di un individuo e più aderente a se stesso sarà la scelta dell'abito, seguendo le mode ma mantenendo la propria identità.