Palazzo Aeronautica 1931-2021

di Eleonora Vicario

Nello scorso mese di ottobre è stato pubblicato dalle Edizioni Rivista Aeronautica un bellissimo volume dal titolo Palazzo Aeronautica 1931-2021. Il volume tratta diversi argomenti: inizia con la storia della costruzione di questo palazzo, poi ne descrive l'architettura e l'arte che ne è all'interno. Viene descritto poi quanto è stato fatto per la manutenzione ma soprattutto per il restauro di questo imponente palazzo. La pubblicazione celebra i novanta anni di esistenza del Palazzo Aeronautica e nel volume si legge una bellissima introduzione del Generale S.A. Alberto Rosso che scrive tra l'altro:

I simboli aeronautici e i tanti particolari che sostanziano l'orgoglio di appartenenza all'Arma Azzurra si fondono con una modernità mozzafiato, con una tecnologia all'avanguardia, con la ricerca illuminata dell'efficienza del lavoro, con la cura e il rispetto per l'elemento umano che qui doveva lavorare in modo dinamico e produttivo, senza sprechi e senza ritardi.

Questo edificio è situato a Roma, nel quartiere di Castro Pretorio, vicino alla Città Universitaria. Molti architetti presentarono i loro progetti e in un primo momento fu scelto quello dell'architetto Bazzani che in quel periodo aveva realizzato moltissimi altri progetti sia a Milano che a Roma. Una volta che Balbo assunse la carica di Ministro dell'Aeronautica, decise di far progettare il palazzo a un giovane architetto, Roberto Marino, che aveva una mentalità molto più moderna rispetto ai progetti che erano stati fino ad allora presentati. Così, non soddisfatto dal progetto classico e ricco di decorazioni - e che tra l'altro prevedeva inizialmente la costruzione vicino al Viminale, nell'angolo tra via Cesare Balbo e via Agostino Depretis -, quando le fondamenta erano state già eseguite, Balbo scelse Marino. Il fine ultimo di Balbo era, attraverso questa costruzione, il consolidare sia l'identità dell'Aeronautica che la sua indipendenza. Sperava che questa costruzione diventasse un'impresa tale da poter rafforzare l'immagine delle Forze Armate facendo qui deviare molte delle risorse economiche per l'ammodernamento della flotta, per l'acquisto di macchine più idonee per i diversi ruoli, stimolando la ricerca e la sperimentazione.

Un grande aiuto Balbo lo ebbe dal suo viaggio negli Stati Uniti dove conobbe dei canoni di costruzione più avanzati rispetto a quelli che venivano utilizzati in Italia anche perché ebbe una intensa frequentazione con grandi esponenti dell'industria aeronautica statunitense; inoltre conobbe Orville Wright che, con suo fratello Wilbur, inventò il primo aereo di successo ed Henry Ford, uno dei fondatori della Ford Motor Company.

Il concetto che Balbo volle sviluppare nella costruzione del Palazzo Aeronautica fu la ricerca della riduzione dei tempi morti, cercando di accelerare la velocità della trasmissione tra i vari uffici delle varie informazioni e della corrispondenza; un controllo maggiore di chi lavorava nei vari ambienti e una una vita ritmicamente intensa ed efficiente.

Fig 1 Palazzo Aeronauticajpg

Per questi motivi pensò di creare un palazzo completamente diverso rispetto a quelli che erano soliti costruire nei primi anni del '900. Quello che riuscì a descrivere e quindi a far realizzare dal giovane architetto Marino, fu una struttura con grandi spazi, spazi aperti “interrotti” solo da vetri. Dall'architettura industriale e da quella residenziale, infatti Marino riprese l'essenzialismo figurativo delle pareti che nel palazzo vennero caratterizzate da grandi vetrate delimitate da infissi in ferro con vetri decorati con disegni geometrici. In questi ambienti tutto era molto più rapido sia come contatti fra individui grazi alla condivisione dello spazio sia per un maggiore coordinamento delle azioni del lavoro: da una parte permetteva un maggiore controllo su chi lavorava ma contemporaneamente consentiva un migliore rapporto umano tra i dipendenti favorendo inoltre una grande distribuzione della luce.

Altra caratteristica del Palazzo Aeronautica fu l'utilizzo del calcestruzzo armato che in Italia non era ancora molto diffuso; questo permise una rapidità di costruzione sorprendente: in circa 10 mesi, nonostante le sue dimensioni, il palazzo fu completato.

Balbo fece inserire moltissimi innovazioni come per esempio la posta pneumatica (le tubature raggiungevano i sei chilometri) che permetteva di trasferire plichi in pochissimi secondi tra un ufficio e l'altro; telefoni che collegavano tutte le stanze tra loro e con l'esterno e un ascensore, chiamato Paternoster, formato da due cabine parallele e contigue in un continuo lento movimento, dove si entrava praticamente al volo, che collegava i vari piani.

Fig 13 Palazzo Aeronautica lascensore a paternosterjpg

Balbo pensò anche di organizzare un'area per il ristoro, mirabilmente decorata da Marcello Dudovich, in modo che i dipendenti non dovessero tornare a casa per il pranzo ma potessero fare un orario continuato, interrompendolo solo per una breve pausa pranzo. L'orario continuato evitava la perdita di tempo per raggiungere le proprie abitazioni e lo spostamento nel pomeriggio per tornare a lavorare, lasciando maggiore tempo alla vita familiare; permetteva anche la convivialità nel momento del pasto condividendolo insieme agli altri colleghi. Una organizzazione perfetta, poi, rendeva possibile velocizzare il momento del pasto prenotandolo già il giorno prima e scegliendo tra due menu quanto il singolo individuo volesse mangiare. Fu pure costruito un campo da tennis sulla terrazza del Palazzo per i momenti di riposo degli Ufficiali: tutto all'insegna dell'efficienza e della condivisione.

Fig 3 Le vetrate con disegni geometrici nei corridoi del Palazzo Aeronauticajpg

Nelle altre sale del Palazzo le pareti furono decorate con carte geografiche o con descrizioni delle imprese aeree di Balbo e dei suoi idrovolanti. Entrando dall'ingresso principale su viale Pretoriano, si accede al piazzale antistante al Palazzo dove oggi si trova il busto di Balbo, ideatore e propugnatore dell'edificio e dei suoi simboli. Dall'ingresso dei Tre Archi, sobrio, in marmo, si accede al Lapidario dove sono incisi i nomi dei militari caduti, elenco che viene regolarmente aggiornato. Da qui si accede allo Scalone d'Onore dove è evidente che, nella costruzione, furono curati anche i dettagli più piccoli, come la raffinatezza del motivo dei "Bastoni di Comando" - segno distintivo degli ufficiali piloti - che formano la ringhiera. Stesso decoro si ritrova nelle coperture dei termosifoni e sui vetri delle porte nella Sala degli Eroi e nella Sala delle Nuvole. Ed è il busto di Alessandro Guidoni che accoglie i visitatori in cima allo Scalone d'Onore. Guidoni fu incaricato da Balbo di dirigere un nuovo centro studi per coordinare e promuovere lo sviluppo aeronautico, ma morì nel 1928 durante un test sperimentale di un nuovo tipo di paracadute. Quando Balbo, nel 1935, avviò la fondazione della città dell'aria nella zona di Montecelio, nei pressi di Roma, decise di intitolarla a Guidoni così, con il Regio Decreto del 21 Ottobre 1937, la città dell'aria si chiamò Guidonia Montecelio.

Fig 2 Scalone dOnore a destra il busto di Alessandro Guidonijpg

L'emblema principale che svetta ancora oggi sul prospetto del Palazzo Aeronautica, di circa 8000 metri quadri di superficie, è un'aquila ad ali spiegate posta davanti ad ali stilizzate, a ricordare l'idrovolante atlantico S.55, Savoia-Marchetti, protagonista delle celebri trasvolate oceaniche che iniziarono in quegli anni: imprese non più individuali ma di gruppo e che comportavano minuziose programmazioni, disciplina e coesione e che culminarono con le eroiche traversate atlantiche con 24 idrovolanti in formazione.

Fig 14 Lallora Principe Umberto in visita a Palazzo AeronauticaJPEG

Da quel giorno l'edificio voluto da Italo Balbo e progettato dall'architetto Roberto Marino è il cuore pulsante dell'Aeronautica Militare, e se è vero che per esistere e perpetuarsi un'organizzazione ha bisogno di una struttura invisibile fatta di simboli, riti e miti, il Palazzo Aeronautica ne è la manifestazione tangibile, con il potere evocativo delle sue sale e con il tacito ammonimento delle migliaia di nomi incisi del suo monumentale ingresso1.

1 Palazzo Aeronautica 1931-2021, Edizioni Rivista Aeronautica, pg 19