Puccini ricordato nel giorno della sua nascita

di Eleonora Vicario

L'opera lirica appare e scompare nel mondo moderno seguendo i movimenti sociali del nostro Paese: nata verso la fine del Rinascimento, in pieno sviluppo tra gli anni '20 del Novecento fino agli anni '60, lentamente scomparve per diventare quasi il simbolo “vecchio” di un passato da dimenticare e addirittura da ridicolizzare, fino alla sua rinascita negli anni 2000 e oggi al suo rifiorire come emblema di cultura nazionale.

Nel tempo, però, ogni nuova opera ha rappresentato un'innovazione musicale che ha rispecchiato la trasformazione dell'epoca, trasformazione di linguaggio, di forma, di struttura musicale. Si è passati dai soggetti eroici mitici e statici a una visione umana di emozioni e di conflitti psicologici, prima presentati in chiave comica, più tardi in modo drammatico e tragico dove la musica evocava in modo “funzionale” quanto suggerito dal testo.

Esempio emblematico di questa rivoluzione musicale è Giacomo Puccini, nato il 22 Dicembre del 1858 e morto a Bruxelles il 29 Novembre 1924, la cui opera si è sviluppata tra il 1884 e il 1923: quarant'anni di musica.

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Le Villi e Edgar scritte prima dei trent'anni, non sono tra le sue opere più conosciute ma con la Manon Lescaut e La bohème, del 1893 la prima e del 1896 la seconda, conquistò il pubblico mondiale.

La sua originalità si vide già dalla scelta del soggetto: non più eroi epici ma la vita di ogni giorno nella sua normalità e tragicità insieme. La tessitura musicale incalzante e coerente amplifica le emozioni e attinge a esperienze del passato, dei suoi predecessori, aggiungendo a questi la sua arte più moderna con particolarità di scrittura, intense frasi melodiche e quelle concezioni armoniche che renderanno sempre riconoscibili le sue opere.

Arrivò Tosca nel 1900 e il successo di Puccini divenne enorme sebbene nell'opera sono poche le arie liriche propriamente dette; in realtà “Vissi d'arte” e “E lucean le stelle”, magistralmente inserite in momenti culminanti, sono brevi rispetto all'intera opera ma ogni intervento dell'orchestra con la progressione armonica che fa riecheggiare i vari leitmotiv, emoziona ed evoca quanto accade in scena in una dialettica lirico-sinfonica. L'attualità del libretto con l'eterna contrapposizione del tiranno e del rivoluzionario rinforza le melodie.

Con Madama Butterfly, del 1904, e, maggiormente nella Fanciulla del West, del 1910, l'armonia pucciniana diventa ancora più audace e più moderna e i libretti affrontano altri temi, attuali anche oggi. Dopo La rondine che non è stata un'opera particolarmente felice, il successo di Puccini esplose con il “Trittico” del 1918: Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, opere “ispirate”, drammatiche e musicalmente straordinarie. Tutti i personaggi rimangono contemporaneamente in scena basando il canto in brevissimi motivi sempre diversamente elaborati che si intersecano armoniosamente con degli ostinati che sottolineano il dolore dei personaggi o con il ritmo lento, intimo e quotidiano che rapidamente si trasforma in violento e poi vivace con sapienti intervalli. Una tecnica compositiva da vero Maestro.

L'ultima opera - rimasta incompiuta perché ucciso da un tumore alla gola - è la Turandot, un grande dramma lirico dove Puccini ha voluto cimentarsi nel genere più grandioso dell'arte lirica con abbondante ricchezza di mezzi musicali e scenici. Numerosi cori, tanti personaggi ognuno con un ruolo importante, folla nel palcoscenico dove pone anche una seconda orchestra composta da sassofoni, trombe e un organo. La composizione armonica poi dimostra l'influenza dei cambiamenti musicali che mano a mano avvenivano intorno a lui, modulandoli con una padronanza tecnica che solo un genio musicale ha saputo sintetizzare.

Nel Febbraio 1919 quando venne insignito con il titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, ricevette da Prospero Colonna, Sindaco di Roma, la commissione di un inno da dedicare alla città. Il librettista Fausto Salvatori ne compose il testo ispirandosi al Carmen saeculare di Orazio:

«O Sole fonte di vita, che con il carro splendente mostri e nascondi il giorno, e che sempre vecchio e nuovo risorgi, che tu non possa mai vedere nulla di più grande della città di Roma

Che nel testo di Salvatori divenne:

«Roma divina, a te sul Campidoglio

Dove eterno verdeggia il sacro alloro

A te, nostra fortezza e nostro orgoglio

Ascende il coro

Salve, Dea Roma! Ti sfavilla in fronte

Il sol che nasce sulla nuova storia

Fulgida in arme, all'ultimo orizzonte

Sta la vittoria Sole che sorgi libero e giocondo

Sul Colle nostro i tuoi cavalli doma

Tu non vedrai nessuna cosa al mondo

Maggior di Roma, maggior di Roma

Sole che sorgi libero e giocondo

Sul Colle nostro i tuoi cavalli doma

Tu non vedrai nessuna cosa al mondo

Maggior di Roma, maggior di Roma»


Il successo di questo inno, erroneamente giudicato un inno al fascismo, dura ancora oggi tanto da venire eseguito da grandi orchestre e dai migliori cantanti lirici.

Nel giorno della nascita di Giacomo Puccini, la Città di Viareggio e la Fondazione Festival Pucciniano hanno celebrato il Puccini Day con la cerimonia del 51° Premio Puccini assegnato a Fiorenza Cedolins, una delle maggiori interpreti pucciniane, con la presenza di giovani musicisti della Puccini Festival Academy e di giovani studenti di canto.

La grande musica italiana è viva.