Un piccolo omaggio a Casa d’Este, tra Cultura e Tradizione

di Carlo Giovanni Sangiorgi


Esistono storie, eventi e segni tangibili di un lontano passato patrimonio di tutti, i quali si riflettono, anche inconsapevolmente, sulle abitudini e i modi di pensare di un popolo. Il territorio, o meglio, il paesaggio culturale, ne è una delle testimonianze maggiori, in quanto non vi è luogo ove non sia presente una peculiarità che ne distingue il ceppo o l’origine. Vi sono altresì esperienze di uomini e donne, che attraverso i secoli hanno lasciato quel segno così forte da dare continuità a quello che si esprime nella tradizione popolare, viaggiando nel tempo e divenendo, dunque, un pilastro fondamentale e inscindibile nella mentalità presente in determinate aree.

Ferrara, città che conobbe il periodo di maggiore splendore nel Rinascimento, è un esempio emblematico di secolarizzazione di consuetudini e usanze, legate ad un territorio che ha trovato nella convivenza e rispetto degli elementi naturali, la chiave vincente dello sviluppo rurale del popolo ferrarese. Esse si mostrano nella gestione e pianificazione territoriale, tale che, nel 1999, la provincia è stata dichiarata patrimonio UNESCO con le seguenti motivazioni:

- le residenze dei duchi d’Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale l’influenza della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale;

- il Delta del Po è un eccezionale paesaggio culturale pianificato che conserva in modo notevole la sua forma originale.

Molte delle Delizie sono oggi scomparse, ma rimane l’impianto di quell’antico disegno, leggibile nel paesaggio e testimone dell’ininterrotta opera dell’uomo che ha mantenuto il sottile equilibrio tra terra e acqua. Il riconoscimento UNESCO sottolinea non tanto il singolo monumento, ma lo contestualizza in un insieme significativo e coerente, nel territorio nel quale sorge, inteso come unità culturale dove si motivano reciprocamente le emergenze monumentali e gli elementi naturali.1

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Vista dall’alto del centro Storico di Ferrara. 

Fonte: https://www.pinterest.it/pin/59250551321670783/


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Torre Abate, Delta del Po ferrarese. 

Fonte: https://www.aptservizi.com/promozione-turistica-dellarea-del-delta-del-po-al-via-la-campagna-vacanze....


Vi è un luogo intimo e appartato nell’area del Centro Storico di Ferrara, assai antico e carico di spiritualità. Esso ospita le spoglie mortali di una famiglia protagonista nel plasmare ciò che è oggi la città e la tradizione territoriale dei suoi abitanti. Se mi trovassi insieme a voi innanzi a quell’elegante portale d’ingresso in cotto “goticheggiante”, utilizzerei solo calde parole per raccontarvi ciò che l’edifico rappresenta per la nostra Storia, e con emozione direi:

in questo sacro luogo riposa la nobile famiglia Este, Marchesi e Duchi di Ferrara, coloro che fecero grande la città e il suo territorio. Ancora oggi, sebbene siano passati secoli dalla loro morte e dallo splendore rinascimentale delle loro gesta, essi sono rimasti intimamente legati alla cultura locale, in un rapporto affettivo tale che ogni cittadino ferrarese, in cuor proprio, si rispecchia con orgoglio negli antichi fasti del Ducato, mormorando come allora “Este viva!”.

La nobile Casata Estense, o meglio gran parte dei loro più importanti esponenti, riposa tra le mura del Monastero del Corpus Domini, eretto a partire dal 1406, come testimonia la Bolla di Papa Gregorio XII e il Beneplacito di Nicolò III d’Este, Marchese di Ferrara.


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Facciata del Monastero del Corpus Domini di Ferrara. 

Fonte: https://mircomalaguti.wordpress.com/2018/06/25/lucrezia-e-alfonso-signori-di-ferrara/


Il complesso ebbe origine dall’opera di suor Bernardina Sedazzari, che al tempo acquistò un terreno, detto Praisolo, da Giacomo dalle Calze per fondare un luogo di ritiro spirituale per sole donne di ceto aristocratico senza vincolo di clausura. I lavori di costruzione della chiesa del Corpus Domini iniziarono nel 1407 e nella prima fase terminarono attorno al 1419.

Il complesso monastico è legato in particolar modo all’esempio di vita di Santa Caterina Vegri, vissuta in questo luogo tra il 1426 e il 1456, anno in cui si trasferì a Bologna per fondare un nuovo Monastero dell’Ordine di San Francesco e Santa Chiara.


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Affresco di Santa Caterina Vegri, soffitto navata della chiesa. 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_del_Corpus_Domini#/media/File:09_Interno_Chiesa_del_monaster....


Le clarisse che ancora oggi abitano al suo interno e che vivono la clausura attraverso la Regola di Santa Chiara, ne seguono il modello di vita e l’insegnamento. Caterina de’ Vigri nacque a Bologna l’8 Settembre 1413 da padre ferrarese, ricevette la sua educazione alla corte estense insieme ad alcune nobili fanciulle, sotto la protezione della Principessa Margherita, figlia del Marchese Nicolò III d’Este. La devozione si fece sentire già in tenera età, tanto che a soli tredici anni decise di intraprendere la vita monastica ed entrare nel Monastero del Corpus Domini. Venne molto amata dalle consorelle e si distinse nell’ambito della comunità religiosa per avere svolto ogni tipo di attività, anche la più umile, portando assistenza ai poveri che bussavano al portone della clausura per ricevere qualcosa da mangiare e conforto. La sua figura è ancora oggi molto sentita nella comunità cittadina.

Negli anni successivi, il monastero fu soggetto a numerose opere di ampliamento, grazie anche alle donazioni e offerte provenienti da importanti famiglie: da alcune fonti pubblicate è noto che i maestri muratori Giovanni e Pietro di Benvenuto dagli Ordini ricevettero, tra il 1469 e il 1470, notevoli compensi per alcuni lavori edili a loro commissionati per la costruzione di edifici all’interno del complesso del Corpus Domini. Di ragguardevole importanza fu il lascito del 1483 da parte del banchiere Giovanni Romei, il quale donò la sua splendida abitazione (oggi nota come Casa Romei) ed altri beni, alla comunità delle suore clarisse. Al momento di questa acquisizione (al giorno d’oggi il convento si presenta assai più ridotto), insieme ad altre proprietà adiacenti, il complesso venne ad occupare l’intero isolato, delimitato dalle vie Pergolato, Campofranco, Praisolo e Savonarola.

Nel periodo di dominazione estense, il Corpus Domini fu un luogo particolarmente caro alla famiglia ducale: il Duca Ercole I d’Este e la moglie Eleonora d’Aragona, nell’ultimo ventennio del XV° secolo si prestarono moltissimo per l’acquisto di opere d’arte per la chiesa e il monastero, finanziando altresì lavori di manutenzione all’interno del complesso, come ne è testimonianza l’invio di un mastro finestraio per la fornitura di telai e vetri per le finestre.

Il Monastero del Corpus Domini ospitò anche la celebre Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso I d’Este e figlia di Papa Alessandro VI, ove venne altresì sepolta insieme al marito. Altri membri della nobile famiglia frequentarono assiduamente la struttura per essere educate o per prendervi i voti, tra cui Eleonora, figlia di Alfonso I d’Este e Lucrezia, figlia di Ercole II d’Este. Ed è nella chiesa interna riservata alla clausura che trovano protezione le spoglie mortali di gran parte delle personalità di Casa d’Este: la sala è costituita da un coro settecentesco a due ordini e da un altare seicentesco opera dell’artista Ippolito Scarsella.


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Sala del Coro. 

Fonte: http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2017/08/ferrara-il-monastero-del-corpus-domini.html


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Tombe della Famiglia Este. 

Fonte: http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2017/08/ferrara-il-monastero-del-corpus-domini.html


Le tombe si trovano nel pavimento, protette da lapidi marmoree decorate, purtroppo danneggiate da un incendio che coinvolse il monastero. Un’emozione enorme pervade il visitatore ferrarese che ha il privilegio di potersi inginocchiare e pregare innanzi alle nobili tombe, in quanto l’accesso è possibile espressamente su richiesta.


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Tomba del Duca Alfonso I d’Este e della Duchessa Lucrezia Borgia. 

Fonte: http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2017/08/ferrara-il-monastero-del-corpus-domini.html


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Dettaglio della lapide dedicata al Duca Ercole II d’Este.
Fonte: http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2017/08/ferrara-il-monastero-del-corpus-domini.html


Ivi vi hanno trovato sepoltura i seguenti membri della famiglia estense:

  • Leonello d'Este, VI° Marchese di Ferrara, Modena e Reggio;

  • Eleonora d'Aragona, Duchessa di Ferrara, Modena e Reggio, moglie di Ercole I d’Este;

  • Niccolò III d'Este, V° Marchese di Ferrara, Modena e Reggio;

  • Ricciarda di Saluzzo, Marchesa di Ferrara e moglie di Niccolò III d’Este;

  • Ercole I d'Este, II° Duca di Ferrara, Modena e Reggio;

  • Sigismondo I d'Este, Signore di San Martino, Campogalliano, Castellarano, San Cassiano e Rodeglia. Governatore di Reggio. Governatore e Luogotenente del Ducato di Ferrara.

    Capitano Generale delle Armate del Duca di Ferrara;

  • Alfonso I d'Este, III° Duca di Ferrara, Modena e Reggio;

  • Giulio d'Este, figlio illegittimo di Ercole I d’Este;

  • Ferrante d'Este, figlio di Ercole I d’Este;

  • Ercole II d'Este, IV° Duca di Ferrara, Modena e Reggio;

  • Eleonora d’Este, figlia di Alfonso I d'Este;

  • Eleonora d'Este, figlia di Ercole II d'Este;

  • Lucrezia Borgia, Duchessa di Ferrara, Modena e Reggio, moglie di Alfonso I d’Este;

  • Lucrezia d'Este, Duchessa di Urbino e figlia di Ercole II d’Este;

  • Lucrezia de' Medici, Duchessa di Ferrara, Modena e Reggio, moglie di Alfonso II d’Este;

  • Alfonso II d'Este, V° Duca di Ferrara, Modena e Reggio.


Assente all’interno del Corpus Domini è il I° Duca di Ferrara, Modena e Reggio Borso d’Este, sepolto all’interno di una cappella ubicata nel complesso monumentale della Certosa di Ferrara.

La devozione dei ferraresi nei confronti della famiglia ducale vive ancora oggi in una tradizione consolidata, che trae origine nel 1259: le fonti raccontano di festeggiamenti dedicati ad Azzo VII d’Este, in occasione della vittoria militare conseguita sul campo di battaglia di Cassano d’Adda sulle truppe pontificie di Ellelino III da Romano. Il Palio di Ferrara, che si celebra a maggio, è il più antico d’Europa anche se non il più famoso. Le otto contrade della città ducale portano ogni anno il loro omaggio al Duca d’Este, all’interno della loggia del magnifico Castello di San Michele, il più celebre monumento della città costruito dalla nobile famiglia.


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Omaggio al Duca da parte della Contrada di Santa Maria in Vado. 

Fonte: https://www.estense.com/?attachment_id=367077


In un momento storico ove il passato viene spesso rinnegato e ritenuto superfluo, possa questa memoria essere tramandata alle nuove generazioni. La perdita di questa conoscenza non può che ledere alle nostre radici e creare smarrimento, in una comunità che deve la propria identità culturale ai fasti di un periodo florido come il Rinascimento, il quale rese Ferrara una delle città più importanti e moderne d’Europa.


1Fonte:  https://www.ferraraterraeacqua.it/it/ferrara/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/patrimonio-unesco