Il “DNA verde” del Duca Amedeo di Savoia

di Carlo Giovanni Sangiorgi


“Non è facile avere un bel giardino: è difficile come governare un regno.” Questo aforisma dello scrittore Hermann Hesse sembra essere dedicato, perché incontra la passione di Sua Altezza Reale il Principe Amedeo di Savoia-Aosta, Duca di Savoia e pretendente al Trono d’Italia. Una vera e propria vocazione, coltivata in comune a S.A.R. la Duchessa Silvia Paternò di Spedalotto, che lo ha portato a realizzare un meraviglioso giardino di piante grasse presso la sua dimora sull’isola di Pantelleria. 

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Foto di famiglia del 2004

La sua esperienza e competenza in materia è assai riconosciuta tra gli esperti ed appassionati, tanto da ottenere numerosi riconoscimenti, tra cui la Presidenza della Fondazione Internazionale pro Herbario Mediterraneo presso il giardino botanico dell’Università di Palermo nel 1997. Mentre, nel 2003, è sopraggiunta la nomina a Presidente del Comitato di Gestione Permanente della Riserva Naturale statale “Isola di Vivara”, situata nel golfo di Napoli, promossa dall’allora Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli.

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Consegna del Premio progetto da Pantelleria del 2015 a  Sua Altezza Reale il Principe Amedeo di Savoia-Aosta, Duca di Savoia

Un articolo del dicembre 2004, a cura di Olghina di Robilant1, presenta il libro “Il mio sogno Mediterraneo” Edizioni Polistampa, ove il Duca ha celebrato la magnificenza della flora della sua amata isola e del suo giardino “tutto da scoprire in cui piante succulente ed alberi esotici si mescolano sapientemente ad olivastri, lentischi, capperi, fichi d’India ed altre piante mediterranee”, così come recita il frontespizio dell’opera.

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Copertina del libro: Il mio sogno mediterraneo

Sempre nell’intervista Sua Altezza ha dichiarato: 

<<Il verde è nel mio Dna. Un patrimonio genetico che è venuto a formarsi con l’apporto di molti miei antenati, a partire dai Re d’Italia, che hanno voluto creare splendidi viali alberati in molte città italiane, per continuare con il mio bisnonno Amedeo che fece lo stesso in Spagna durante il suo pur brevissimo regno, poi con il Duca degli Abruzzi che in tutta la sua vita di esploratore raccolse piante, semi, foglie per consegnarli a svariati orti botanici e collezioni pubbliche, e con mia nonna che, appassionata dell’Africa, ai primi del secolo ne ha percorso gran parte del territorio con una carovana in compagnia di Lady Delamare; per giungere fino a mia madre, che amava progettare in prima persona i suoi giardini, come quello che si può ammirare nella villa della mia infanzia a San Domenico di Fiesole (Firenze), o come quello della nostra tenuta nell’aretino, il Borro, com’era trent’anni fa>>

Un libro da leggere insomma, il quale raccoglie la passione di chi ricerca il luogo ideale interagendo con la Natura, prendendosene cura e rispettandone gli equilibri, prerogativa assai evidente in Sua Altezza per l’impegno privato e pubblico.

Infatti, in un’intervista del 2012, in occasione dell’anniversario dello Yachting Club di Catania, Amedeo di Savoia propose un’iniziativa di promozione turistica nazionale partendo dal verde pubblico, ispirandosi alla moltitudine di luoghi visitati e vissuti, tra cui palazzo Pitti di Firenze, il Quirinale di Roma, i giardini del Vaticano e i palazzi reali sabaudi del Piemonte, citando Venaria reale. Il Principe racconta della grande bellezza che questi luoghi suscitano nella sua anima e di come essi siano paragonabili a vere e proprie opere d’arte. Ancora, Sua Altezza ha rimarcato l’eredità sabauda dei viali alberati messi in opera dal 1870 da Re Vittorio Emanuele II, ancora presenti oggi con alberi secolari in diverse città italiane ed in Spagna, opera del suo diretto antenato Re Amedeo, Duca d’Aosta.

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I giardini della Venaria reale

Come possiamo vedere, la passione del Principe riporta ad un tema assai attuale, in un mondo ove le bellezze naturali vengono ogni giorno deturpate dal cemento e dall’inquinamento urbano e industriale, portando grossi rischi e conseguenze sempre più letali al popolamento umano e agli ecosistemi naturali. I cambiamenti climatici sono una evidenza scientifica e non un appannaggio complottista delle sole associazioni ambientaliste. Vediamo come il disboscamento delle montagne, ad esempio, crei il presupposto per frane di grande entità e colate di fango, spesso letali per gli abitanti di quei luoghi. Inoltre, siamo sempre più testimoni di eventi atmosferici catastrofici, con alluvioni e devastazioni di quei territori rurali e anche delle città. Questi sono i segnali che un equilibrio durato milioni di anni è venuto a mancare, in nome dell’indifferenza umana, volta solo al proprio interesse individuale. Dimentichiamo, però, come l’uomo abbia bisogno del verde e dei suoi ecosistemi, di come nel nostro subconscio siamo sempre alla ricerca di quei luoghi ideali ove trovare serenità e tranquillità. Tuttavia, per raggiungere questa pace tanto ricercata, si rende necessario promuovere e tutelare le forme di vita che ne fanno parte, attraverso il rispetto di esse e iniziative di sensibilizzazione, volte alla preservazione di questi luoghi come una opportunità: riprendendo le sagge parole di Sua Altezza Amedeo di Savoia, i cittadini devono esortare le istituzioni affinché il verde pubblico sia sempre più centrale nel contesto economico del Paese, in modo che esso possa portare quel benessere che ci arricchirà non solo in senso economico, ma anche nel nostro spirito inconscio che necessita del suo piccolo angolo di paradiso.

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Agave Victoria Reginae

1 “Capperi! Quanto è verde il sogno mediterraneo di Amedeo di Savoia duca d’Aosta”   DAGOSPIA - L’occhio di Olghina, 17-12-2004, Olghina di Robilant,

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