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Memorie di reduci: la ritirata di Russia

2020-06-19 10:47

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Ieri, MicheleDAmbrosio, Alpini,

Memorie di reduci: la ritirata di Russia

di Michele D'Ambrosio

di Michele D'Ambrosio




Terza divisione Alpina Julia, battaglione Gemona; proprio con loro ho passato le ore più buie della mia esistenza, pensavo che sul Monte Golico avessi visto le cose più brutte e più disumane che potessero esistere a questo mondo, ma mi sbagliavo… Finita la Grecia, ci toccò ripartire, subito dopo, per un nuovo fronte, ancor più impervio e tragico: la Russia. Era il 25 dicembre 1941 quando l'Armata Rossa ci attaccò, all'alba, mentre eravamo in ritirata; i combattimenti si conclusero solo il 30 dicembre, cinque interminabili giorni. Le perdite italiane furono di 168 morti, 715 feriti, 305 congelati e 207 dispersi… Mamma che freddo…




La ritirata continuava, i russi avevano oramai accerchiato alle spalle l’Esercito Italiano senza lasciargli alcuna speranza. Il nostro destino sembrava essere già scritto; un solo pensiero si faceva vivo nelle nostre menti, il pensiero rivolto alle nostre mamme, lasciate in quel paesino che mai più rivedremo.




Addio mamme, non disperate per i vostri figli, sono al sicuro, con i vostri figli ne stanno morendo tanti altri, sapremo farci forza a vicenda in questa fredda terra straniera.





(Alpino Giuseppe Angeli, reduce di Russia, Abbiategrasso, 1918 – Luino, 2009)




Nel gennaio del 1943 siamo totalmente accerchiati, l’Esercito russo non ha lasciato alcuna possibilità ai nostri di tornare a casa, l’unica briciola di speranza che abbiamo per fare ritorno resta lo sfondamento della sacca russa.


Lo sfondamento lo si ebbe, infatti, a Nikolajewka, il 26 gennaio 1943, grazie alla 2^ Divisione Alpina Tridentina e al suo Generale, il Generale Luigi Reverberi, che, al grido “TRIDENTINA, AVANTI!”, mandò i suoi uomini, con gli ultimi residui di forze, a compiere l’unica azione possibile per permettere all’Esercito di proseguire la ritirata.




(Generale Eibl, Comandante delle truppe tedesche nel settore della Julia, dopo aver assistito allo sfondamento della sacca russa a Nikolajewka)